Io, maestra a Napoli "Riesco a risparmiare, ma vivo con i miei"

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di Nino Femiani

Lavora da sette anni a stretto contatto con i bambini. Lucilla Bussola, 31 anni, maestra di San Giorgio a Cremano (Napoli) si sente una privilegiata: "Faccio il mestiere più bello del mondo, vivo intere giornate con i bimbi. Era quello che volevo fare quando mi sono laureata in Scienze della Formazione e ho partecipato, vincendolo, al concorso".

Scusi la grossolanità, quanto guadagna ogni mese?

"Il mio stipendio netto è di 1.390 euro, dopo uno scatto di anzianità e gli ultimi aumenti contrattuali. Per vedere una crescita della mia busta paga dovrò aspettare altri 5 anni, a meno di un contratto generoso della Pubblica Istruzione che, al momento, non è all’orizzonte. Restiamo sempre il fanalino di coda degli statali, purtroppo".

E che cosa si può permettere con questo stipendio?

"Non sono sposata, solo fidanzata, vivo con i genitori. Sono privilegiata rispetto a colleghe sposate e con figli. Non pago l’affitto, partecipo alle spese. Ma con lo stipendio posso fare poco".

Ad esempio?

"In pizzeria vado una volta ogni due settimane. A volte mi permetto il ristorante, ma gourmet e stellati me li sogno. In palestra vado con l’abbonamento annuale da 300 euro, il meno caro; dal parrucchiere vado ogni due mesi. Metto da parte 200 euro al mese, un tesoretto per le nozze, se decidessi di sposarmi".

Pensa di comprarsi una casa?

"Mi prende in giro? Comprare un appartamento è impensabile. Quando sento parlare di incentivi agli under 36 per diventare proprietari mi viene da ridere: per comprare casa serve un anticipo di decine di migliaia di euro. Come si possono mettere da parte con questi stipendi?".

Parla con qualche maestra che lavora al Nord?

"Sono fortunata, ho fatto il concorso in Campania e sono stata assunta qui. Non conosco l’emigrazione lavorativa. Molte amiche sono state invece assunte al Nord e so che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese".

Andrebbe a lavorare al Nord?

"Mi piacerebbe provare, confrontarmi con uno stile di vita diverso. Ma a due condizioni: lavorare in una città di provincia dove il costo della vita non è quello di Firenze o Milano, e portare i miei genitori. Non solo per una questione affettiva, ma anche perché potrei stare in famiglia senza pagare affitti molto cari".