Martedì 16 Aprile 2024

"Io e la Laurito abbiamo sposato lo stesso uomo Con Arbore portammo in Rai anche Guttuso"

Tra un mese fa 80 anni: le nozze con Cordova? Era il capitano della Roma di mio papà e mi corteggiò all’antica, poi diventò il marito anche di Marisa "In tv ci arrivai per caso: ero a Cortina con Don Lurio e mi convinse a fare un provino. E quel provino, grazie a Minoli, finì nelle mani di Renzo"

Migration

di Piero

Degli Antoni

Simona Marchini, nella sua vita le è capitato spesso che, dopo un suo spettacolo, le dicessero "Ma sei brava"... Con quel "ma" che non appariva proprio lusinghiero...

"Accade tutte le volte. Colleghi stimabilissimi, persone meravigliose, aggiungono quel ‘ma’. Non mi offendo, perché mi considero un po’ anomala. Non ho fatto l’Accademia, non ho studiato regia. Però ho sempre avuto la pulsione irresistibile a costruire qualcosa, a mettermi in gioco."

Lei ha fatto moltissime regie teatrali, ha recitato sul palco, ha partecipato a opere liriche, eppure tutti la ricorderanno sempre per ‘Quelli della notte’. Come avvenne l’incontro con Arbore?

"Allora ero in crisi profonda, dopo il fallimento del mio matrimonio con Ciccio Cordova. Ero a Cortina e mi vedevo con Don Lurio, un vero angelo, e con Delia Scala. Raccontavo dei miei due matrimoni, quello calabrese e quello napoletano, e loro ridevano come matti. Così Don Lurio mi costrinse a fare un provino con Romolo Siena. Quando Giovanni Minoli, un amico, lo seppe, mi disse di portarglielo. Allora Giovanni divideva l’ufficio con Renzo Arbore, che stava facendo ‘L’altra domenica’. Arbore s’incuriosì e mi chiese il numero di telefono:’Appena faccio qualcosa di importante ti chiamo’".

E quanto tempo passò prima della fatidica chiamata?

"Sei anni e mi chiamò davvero. Lasciò in segreteria un messaggio: ‘Ci dobbiamo vedere per fare una cosa di sera’. Quando arrivai mancavano solo 15 giorni alla messa in onda e gli altri avevano personaggi già definiti, copioni pronti. Io no. Arbore decise di farmi fare la telefonista, che seguiva ammirata il mondo dei vip ed era sposata con Robby. Andavamo in onda senza prove, io ero una battitrice libera. Ogni tanto Renzo mi interpellava e io improvvisavo lì per lì".

Il momento più divertente di quella indimenticabile stagione?

"Quando in studio venne Renato Guttuso. Marisa Laurito parlava di Scrapizza che in realtà era Fabio Carapezza, figlio adottivo di Guttuso. Mi emozionò: un uomo di cultura, un grande artista in mezzo a noi! Si divertì moltissimo. Ricordo anche l’ultima puntata, con Romano Prodi in piedi dietro un cameraman. Rideva come un pazzo".

Nella sua autobiografia ‘Corpo estraneo’ appena uscita per Baldini & Castoldi, lei racconta del suo matrimonio (1970-1980) con Ciccio Cordova, capitano della Roma di allora il cui presidente era proprio suo padre, Alvaro Marchini. Come sbocciò il vostro amore?

"A Grottaferrata si sposava Cappelli, un difensore. Papà non poteva andare, così mi delegò a rappresentarlo. Lì incontrai Cordova, che cominciò a fare lo spiritoso: ‘Se la figlia del presidente? Credevo meglio’. Io ridevo. Alla fine della cerimonia mi chiese se poteva tornare con me a Roma, perché aveva la macchina rotta. In seguito scoprii che era una bugia. Il viaggio fu divertente, lui era buffo. Decidemmo di pranzare, ma non potevamo farci vedere insieme, eravamo due persone note. Così finimmo in una squallidissima trattoria sul Grande Raccordo anulare. Da lì cominciò un corteggiamento settecentesco di 5-6 mesi fatto di inviti a cena, cinema, mostre. Tutti si immaginavano che avessi scelto un bel fusto, ma lui era tutt’altro. Con mia figlia Roberta era molto carino e affettuoso. Era gelosissimo. Purtroppo poi vennero gli aborti spontanei e il nostro rapporto si sfilacciò. Però siamo rimasti ottimi amici".

Ha citato Marisa Laurito: per un curioso intreccio del destino, Marisa Laurito in seguito sposò Cordova, e lei si trovò a lavorare proprio con Marisa...

"Non vorrei approfondire... Loro si conoscevano già, perché era amica di un mio carissimo amico e spesso veniva a cena da noi. Non escludo che avesse delle mire già allora. Non so per quale oscuro motivo Cordova avesse deciso di sposarla, penso per l’idea di fare un po’ di rumore. Ma durò pochissimo: dopo un mese lui era già tornato a casa sua".

Con Giancarlo Magalli a ‘Pronto è la Rai?’ fu prima baruffa e poi grande amicizia...

"Giancarlo non riesce a trattenersi dalle battutacce. Allora avevo 45 anni e continuava a fare allusioni alla mia età. Un giorno disse: tra poco arriva la Befana ma noi ce l’abbiamo già. Alla fine mi sono stufata e gli ho risposto come aveva replicato Paola Borbone a Renato Rascel che la insolentiva: ‘Io giovane e bella sono stata, lei, alto, mai.’ Da quella volta siamo diventati grandi amici".

Tra le sue amicizie annovera anche quella col presidente Oscar Luigi Scalfaro (scomparso nel 2012) e sua figlia Marianna.

"L’immagine pubblica è di un cattolico rigoroso, intransigente, conservatore. Era sì profondamente cattolico, ma aveva una visione laica dello Stato. Partecipai a una cena di persone molto cattoliche, tra cui Rosi Bindi, che si scagliavano contro l’aborto e il divorzio. Lui intervenne per difendere la libertà di scelta: comprendeva chi, religioso, respingeva ciò, ma gli altri, disse, hanno diritto di scegliere. Era un uomo pieno di umorismo. A San Simeone mi faceva gli auguri: ‘E’ un’ingiustizia che non ci sia anche una santa Simona’’".

Un presidente che tenne testa a Berlusconi...

"Mi raccontarono che, dopo un incontro tra lui e Scalfaro, nel bagno trovarono il fard che Berlusconi si era dimenticato lì". Un altro grande amico: Sergio Leone.

"Abitavamo vicini, all’Eur. Era molto spiritoso, organizzava delle grandi cene a cui partecipavano anche Ennio Morricone e Carlo Verdone, in cui si mischiavano ragazzi e adulti. Andammo tutti insieme in vacanza al mare, in Tunisia. Un giorno ci fa: ‘Ve va’ d’anda’ a vede un matrimonio berbero?’ E noi, tutti entusiasti: ‘Sììììì’. Ci mettono sui cammelli e partiamo. Mezz’ora, un’ora, un’ora e mezza nel deserto, non si arriva mai. A un tratto Sergio ferma la carovana, si volta, e dice: ‘O rega’, me sa che questa è ‘na sola. Torniamo indietro’. Scoppiammo in un grido liberatorio e tornammo in albergo".