Sabato 20 Aprile 2024

"Investire sulla sicurezza Il rischio zero non esiste"

De Bartolomeo (Ansfisa): i nostri tecnici al lavoro per capire cosa è successo "Controlli periodici e a campione, impossibile verificare i binari uno a uno"

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di Antonio Troise

I suoi tecnici sono già al lavoro per capire che cosa è successo in quella galleria alle porte di Roma dove il treno ad alta velocità Torino-Napoli è uscito dai binari. Lavorano insieme a tutti gli altri esperti e ai responsabili delle forze di polizia e dei vigili del fuoco. Ma Domenico De Bartolomeo, direttore dell’Ansfisa, ovvero l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, di più non vuole dire. Ma, nell’intervista a Qn, ribadisce che il "rischio zero" non esiste anche se, dal punto di vista della sicurezza, il nostro sistema ha fatto passi da gigante. E continuerà a farli con le risorse del prossimo Pnrr.

L’incidente romano, proprio a ridosso dell’estate, non è proprio un buon viatico per le prossime vacanze. Possiamo davvero stare tranquilli?

"È molto difficile, in questo momento, dire che cosa sia realmente avvenuto a Roma. Ma, in generale, il trasporto ferroviario è ai primi posti per la sicurezza. Devo purtroppo dirle, però, che il rischio zero non esiste, queste cose possono sempre capitare. In Germania è andata molto peggio. C’è stato anche lì un deragliamento. Ma l’incidente è avvenuto quando il convoglio viaggiava a velocità sostenuta e il bilancio è stato drammatico".

Poteva finire male anche da noi?

"Il treno viaggiava a velocità ridotta e quindi i danni sono stati limitati. In quell’area, a ridosso della stazione, ci sono una serie di scambi. Ma, ribadisco: abbiamo già mandato i nostri tecnici sul posto per contribuire a chiarire quello che è successo".

Come opera la sua Agenzia?

"Facciamo controlli periodici e campione sia sulla parte infrastrutturale sia sui sistemi di sicurezza messi in campo dal gestore della rete. Sarebbe davvero impossibile controllare i binari chilometro per chilometro. Del resto, in base alle norme europee sulla interoperabilità, il gestore è l’unico responsabile della sicurezza del trasporto. Ma, in questo caso, stiamo parlando di Rfi, un soggetto decisamente affidabile. Ma, ripeto: il rischio zero non esiste. Ed è per questo che dobbiamo mettere in campo tutte le misure di protezione e prevenzione necessarie per garantire la massima sicurezza".

I treni dell’alta velocità sono moderni mentre, spesso, non si può dire lo stesso per la rete infrastrutturale dove non si è investito tantissimo negli ultimi anni…

"Non è così. Sulla rete ad alta velocità sono stati realizzati investimenti notevoli, soprattutto dal punto di vista della sicurezza. Abbiamo un sistema tecnologico molto avanzato che controlla il treno in tutto il suo percorso".

Insomma, il treno è un mezzo sicuro?

"Ho fatto il pendolare fra il Friuli e Roma ogni settimana tornavo a casa. Quando prendevo l’aereo non arrivavo stanco, ma sicuramente stressato. Con l’auto arrivavo stanchissimo, mettendo a rischio anche la mia incolumità. Quando prendevo il treno, non arrivavo né stanco né stressato. È il mezzo più sicuro".

Non bisogna fare di più per aumentare la sicurezza?

"Bisogna continuare a investire. E, nel Pnrr, esiste un capitolo ad hoc con un’ingente dote destinata non solo allo sviluppo dell’infrastruttura ad alta velocità ma anche per aumentare la sicurezza. Un’occasione che l’Italia non può assolutamente perdere".