Clima, studio: "Mai così poca neve nelle Alpi negli ultimi 600 anni"

Nell'ultimo secolo la durata del manto nevoso si è accorciata di oltre un mese. Lo studio nato dalla collaborazione tra Università di Padova e Cnr-Isac

Roma, 12 gennaio 2023 - È un inverno da record per le Alpi, ma purtroppo non c'è da festeggiare. Non si è mai vista così poca neve negli ultimi 600 anni, e non si tratta più solo della solita variabilità tra un inverno e il successivo: nell'ultimo secolo la durata del manto nevoso si è accorciata di oltre un mese. È quanto emerge da un articolo pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, frutto della collaborazione di un team di ricercatori dell'Università di Padova e dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna. 

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Le Alpi austriche, 6 gennaio 2023 (Ansa)
Le Alpi austriche, 6 gennaio 2023 (Ansa)

"Per lo studio dei cambiamenti climatici è necessario disporre di un'ampia prospettiva temporale. Purtroppo le informazioni riguardanti il manto nevoso vengono generalmente raccolte solamente da pochi decenni - spiega Michele Brunetti del Cnr-Isac -. Da qui la necessità di guardare oltre l'orizzonte fornito dai dati strumentali e trovare altre fonti che ci permettano di estendere a ritroso nel tempo le informazioni climatiche necessarie". "Incrociando le misure degli anelli di accrescimento del ginepro, che può raggiungere età considerevoli (oltre 400 anni), con un modello di permanenza del manto nevoso elaborato ad hoc, siamo riusciti a ricostruire le condizioni di innevamento negli ultimi sei secoli. Ciò ci ha permesso di comprendere che quello che stiamo vivendo negli ultimi anni è qualcosa che non si era mai presentato precedentemente", afferma il ricercatore.

Quest'inverno mite è solo l'ultima manifestazione della tendenza degli ultimi 8 anni, che sono stati i più caldi mai registrati nella storia. Ed è più che probabile che la serie continuerà anche nel 2023. La temperatura media globale l'anno scorso è stata di circa 1,15 gradi sopra i livelli pre-industriali (1850-1900), con una variazione da 1,02 a 1,27 °C. La probabilità di sforare temporaneamente il limite di 1,5 gradi dell'Accordo di Parigi sta aumentando col tempo. Lo sostiene in un comunicato l'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), che ha messo insieme i 6 principali database internazionali sulle temperature.