Giovedì 18 Aprile 2024

Inverno di emergenza Stretta sul riscaldamento Temperatura più bassa e quindici giorni in meno

Il governo vara le nuove regole, eccezione per scuole e ospedali. Il piano prevede risparmi per 5,3 miliardi di metri cubi di gas

di Antonio Troise

Rovente sul fronte delle bollette, gelido su quello dei riscaldamenti. Eccolo, l’inverno prossimo venturo. Fra il prezzo del gas che continua a salire alle stelle e il piano di risparmio energetico firmato ieri dal Ministero per la Transizione ecologica. Sempre nella speranza che tutto fili per il verso giusto, che il clima non sia particolarmente freddo, che la Russia non chiuda del tutti i rubinetti del gas e che le navi-rigassificatrici entrino in funzione in tempo utile, a cominciare da quella di Piombino.

LA STRETTA

Diventa operativo il piano Cingolani che dovrebbe farci risparmiare qualcosa come 5,3 miliardi di metri cubi di gas. Sarà posticipata di 8 giorni e anticipata di 7 la data di accensione e spegnimento di nostri termosifoni. Date che variano a seconda delle sei zone climatiche individuate in Italia: a Milano anziché il 15 ottobre il riscaldamento partirà il 22 e sarà spento il 7 aprile anziché il 15; a Roma, invece, il riscaldamento previsto dal primo novembre fino al 15 aprile sarà dall’8 novembre al 7 aprile. Saranno esonerati ospedali, Rsa e altri servizi essenziali. Ma non basta: la temperatura nelle abitazioni, che è fissata a 20 gradi per convenzione, dovrà scendere a 19. In presenza di "situazioni climatiche particolarmente severe" i Comuni possono poi autorizzare l’accensione degli impianti termici alimentati a gas anche al di fuori dei periodi indicati dal decreto, purché per una durata giornaliera ridotta".

PERICOLO INTERRUZIONI

Ma il vero pericolo sarà soprattutto quello di un eventuale blocco delle erogazioni. È vero che, secondo gli ultimi dati disponibili, il livello degli stoccaggi ha già raggiunto il 90%, la soglia minima per evitare problemi nel flusso. Ma i 17 miliardi di metri cubi di gas in più che arriveranno essenzialmente dall’Algeria, diventata nostra prima fornitrice non compensa i 29 miliardi che prima compravamo dalla Russia. Come a dire: se Mosca bloccasse i rifornimenti nel periodo più critico dell’anno potremmo anche essere costretti a razionare l’energia, riducendo l’illuminazione pubblica, spegnendo le insegne dei negozi e soprattutto lasciando a secco le aziende con contratti cosiddetti interrompibili. La vera incognita, però, è quella dei rigassificatori. Prima di maggio difficilmente entreranno in funzione gli impianti di Piombino e Ravenna. E senza queste strutture non potremo immagazzinare il gas "liquido" acquistato sul mercato. Del resto, in inverno, la domanda può arrivare anche a 400 metri cubi al giorno, 4 volte la domanda estiva. Di questi, la metà è fornita dalle scorte accumulate e la restante parte dalla rete.

CARISSIME BOLLETTE

Il caro bollette che sta colpendo famiglie e imprese, mobilita anche i Comuni, con i sindaci pronti a chiedere al prossimo Governo fino a un miliardo di euro per non mandare in default i bilanci amministrativi. Ma la situazione ha già superato il livello di allarme. Per l’ultimo trimestre del 2022 sono previsti rincari della luce del 59% e addirittura superiori per il gas. Ma se la guerra in Ucraina continuerà ancora, la stangata potrebbe addirittura peggiorare, con il raddoppio dei prezzi.