Venerdì 19 Aprile 2024

Intrappolati nelle rete dei like. Ogni 6 minuti sbirciamo i social

Passiamo mediamente tre ore al giorno sui nostri smartphone. Nove persone su 10 si perdono a guardare video

La foto condivisa su Instragram dalle pallavoliste azzurre dopo la gara d’esordio a Tokyo

La foto condivisa su Instragram dalle pallavoliste azzurre dopo la gara d’esordio a Tokyo

Forse avrebbe fatto meglio a ordinare alle sue azzurre di spegnare gli smartphone, consegnarli al capo delegazione e riaccenderli a fine Olimpiade. Ma l’invito inascoltato del c.t. dell’Italvolley Davide Mazzanti – sulla necessità di "staccarsi" dai social network durante la permanenza a Tokyo (allarme di cui Egonu & Co. non si sono troppo curate) – riporta perlomeno all’attenzione generale il tema della crescente quantità di tempo che gli italiani trascorrono su Facebook, Twitter, Instagram, TikTok e via elencando. Un uso quotidiano che spesso diventa abuso (non percepito) e a volte sconfina in conclamata patologia. Le cifre sono illuminanti e autenticate da una impressionante pluralità di fonti.

‘Digital 2021’, il report annuale che analizza lo scenario social e digital a livello locale e globale, realizzato da We Are Social in collaborazione con Hootsuite, comunica che in Italia ogni giorno il 68% degli italiani è attivo sui canali social (+6%). In pratica 7 italiani su 10 si collegano alle piattaforme preferite a scopo di intrattenimento, informazione, condivisione o conversazione. Il tempo trascorso in rete per motivi non professionali varia naturalmente da persona a persona. A marzo 2021 gli utenti internet hanno navigato per 66 ore, il che significa quasi 2 ore e mezza al giorno. Un dato che si impenna vistosamente nelle nuove generazioni. Secondo un uno studio del centro Kleiner Perkins Caufield & Byers’s, guardiamo i nostri smartphone circa 150 volte al giorno. Se si escludono le otto ore di sonno, questo significa una volta ogni sei minuti. Una ricerca della non profit Movimento etico digitale su un campione di 2.000 ragazzi tra gli 11 e i 18 anni intervistati nella prima fase della pandemia, stabilisce il consumo quotidiano social in più di 4 ore che, tradotto su base annuale, significa 2 mesi su 12 trascorsi incollati al telefonino e magari con le cuffiette in testa: numeri che l’osservazione empirica di qualsiasi nucleo familiare può agevolmente convalidare.

In Italia la quota di utenti unici web è di 44 milioni (dati Agcom relativi a marzo 2021), in flessione (di un milione) rispetto a marzo 2020. Secondo una rielaborazione Ansa di ’Digital 2021’, le persone consumano soprattutto video (93%), ma anche l’audio (86% dei navigatori) vive un momento speciale con il 61% che ascolta musica in streaming e il 25% che fruisce di podcast. YouTube si conferma la piattaforma più utilizzata, seguita da WhatsApp e Facebook.

I dati Agcom sull’audience dei principali social network nel primo trimestre 2021 confermano invece Facebook quale principale social utilizzato dagli italiani con 35,9 milioni di utenti unici, seppur in calo del 5,9% rispetto al trimestre precedente e del 6,4% su base annua. Una contrazione comune a quasi tutti i social network sia su base annuale che trimestrale. L’unica eccezione su base trimestrale è rappresentata da Linkedin e TikTok. Su base annuale migliorano invece in tre: TikTok, Pinterest e seppur di poco Instagram.

Secondo le elaborazioni di Mondomobileweb.it sui dati Agcom di marzo, dopo Facebook il secondo social network più utilizzato in Italia è Instagram con 28,8 milioni di utenti unici, seguito da LinkedIn con 20,7 milioni. Quarto Pinterest con 18 milioni di utenti unici, subito davanti a Twitter con 11,2 milioni. Il balzo più consistente è anche in questo trimestre di TikTok che segna 8,9 milioni di utenti unici: + 4,4% nel trimestre e addirittura + 62,6% su base annua equivalenti a + 3,4 milioni di utenti. In sorprendente ascesa Reddit con 3,3 milioni di utenti unici.

La cavalcata italiana dei social, pur tra qualche flessione e fisiologici adattamenti, restituisce l’immagine di un Paese divorato dall’attivismo in rete e che, pur con numeri meno invasivi che all’estero, necessita di una seria riflessione sull’impatto complessivo che questi nuovi agenti mediali hanno sulla società. Impensabile combattere guerre di retroguardia, auspicabile attivare meccanismi di educazione e conoscenza. "Bisogna usare smartphone e social in modo corretto e consapevole", dichiara Davide Dal Maso, coach media manager fondatore del Movimento etico digitale per portare l’educazione civica digitale nelle scuole.