Lunedì 23 Giugno 2025
NINA FABRIZIO
Cronaca

Lo storico della Chiesa, Giovagnoli: “Papa Leone XIV promuoverà il dialogo interno”

"Penso che un problema di unità nella chiesa cattolica oggi ci sia ed è anche emerso per esempio nei sinodi”

Lo storico della Chiesa, Giovagnoli: “Papa Leone XIV promuoverà il dialogo interno”

"Ho trovato molto significativa la citazione di S. Agostino di una Chiesa costituita da coloro che sono ‘in concordia con i fratelli’ cioè i cui cuori sono in sintonia e che amano il prossimo, direi che il tema dell’unità si va declinando nel senso della comunione che però non è qualcosa di fisso, immobile ma si sprigiona nella forza e nella direzione dell’amore del prossimo, in altri termini funge anche da fermento, da lievito". Lo storico della Chiesa, Agostino Giovagnoli, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, è tra quanti hanno ascoltato con molta attenzione l’omelia con cui Leone XIV ha di fatto dato le chiavi di lettura della sua prossima azione da Pontefice.

Celebrazione Eucaristica per l’inizio del Ministero Petrino del Vescovo di Roma Papa Leone XIV, Citta’ del Vaticano 18.05.2025
La messa di insediamento di papa Leone XIV

Professore, molti hanno notato il richiamo più volte scandito all’unità. La Chiesa era divisa?

"Penso che un problema di unità nella chiesa cattolica oggi ci sia ed è anche emerso per esempio nei sinodi. Quello che a me pare però è che questo tema non sia, come spesso viene presentato, un problema di discussioni teologiche ma di differenze culturali".

Ci faccia capire.

"Al Concilio di Nicea di 1700 anni fa si discuteva della natura umana e divina di Gesù e c’erano diverse posizioni teologiche, ipotesi di eresia e cose del genere. Oggi non si può dire che ci siano divisioni teologiche rilevanti e importanti, papa Francesco non ha messo mano alla dottrina in senso stretto però siccome la Chiesa nel frattempo è diventata veramente globale, mai c’erano stati tanti cardinali da tante parti del mondo, questo comporta l’arrivo delle culture più svariate, dalla Papua nuova Guinea alla California della Silicon Valley, mondi apparentemente lontani. Allora io credo che la scelta sinodale fatta da Francesco sia nel tentativo di creare un dialogo e una unità e credo che papa Leone sia consapevole di questa eredità e insista sull’ unità per ricomporre in questo senso. Le tensioni ci sono ma sono legate all’ allargamento positivo della Chiesa cattolica per cui poi magari vescovi africani non parlano lo stesso linguaggio di vescovi asiatici. In questo senso tenterà una ricomposizione".

Altro richiamo forte (e agostiniano) quello all’amore. Ma come va interpretato?

"Lo vedo molto in connessione con il tema della pace. C’è l’amore teologico che viene da Dio, evidentemente, l’agape ellenistico. Però papa Prevost ce lo propone come qualcosa che si deve propagare in modo concreto nella realtà sociale e politica per contrastare la guerra, i conflitti, la violenza, l’odio".

Propagare quanto? Dice anche che la fede non si impone con la sopraffazione e la propaganda.

"La scelta della parola propaganda è interessante. Da un lato c’è una continuità con Francesco che però usava la parola proselitismo affermando naturalmente che non andava fatto. La parola propaganda è proprio un’invenzione della Chiesa cattolica, propagandare la fede è l’obiettivo in fondo, ma ora ha una connotazione negativa. Da papa americano dei nostri giorni, alla ricerca di un modo per esprimersi con un linguaggio comprensibile, Leone ha in mente gli aspetti negativi della propaganda, fake news, disinformazione, distorsione negativa, hate speech e odio online. Fenomeni da contrastare cui la religione non si deve prestare".

AGOSTINO-GIOVAGNOLI
Agostino Giovagnoli

Che effetto le ha fatto la frase, Sono stato scelto senza alcun merito?

"Ho trovato anche qui una reminiscenza di S. Agostino che diceva: se per voi sono vescovo con voi sono fratello. Vuole dire, in primo luogo sono un cristiano come tutti gli altri e penso corrisponda ad un atteggiamento esistenziale autentico. Dice anche non sono un condottiero, allude allo stile che vuole utilizzare cercando la postura di chi vuole essere al servizio. Anche qui c’è una reminiscenza, quella di uno dei titoli dei Papi, Servus servorum Dei".