di Riccardo Jannello Il gruppo, la precocità di maturazione implorata dalla famiglia, il pervasivo mondo del web, la maleducazione. Sono i piani su cui il professor Gustavo Pietropolli Charmet, psichiatra di fama internazionale con importanti pubblicazioni sull’adolescenza, analizza i fatti di Reggio Emilia. Professore, che cosa è cambiato in famiglia? "Si vuole che i figli crescano prima di quanto abbiamo fatto noi. Il dio padre crede il bambino innocente per definizione e vuole che sia se stesso nei desideri, nei talenti, nelle vocazioni. Meno regole e più sostegno al valore del sé. E così i ragazzi non hanno più paura del castigo degli adulti né a casa né a scuola né in piazza. Non sentono più la colpa che ha torturato gli adolescenti prima di loro, quelli che hanno fatto i conti con le regole del padre autoritario". La sessualità ne risente? "Il contesto porta alla libertà sessuale: ognuno scelga il da farsi senza divieti o colpe. Il padre non educa e non dà regole, al massimo si limita a chiedere che vengano usate le precauzioni per non mettere incinta la partner". Ma tutto ciò porta all’amore fra ragazzi? "Nella precocità amore, affetto, interesse, desiderio vengono mischiati e se chiediamo a un ragazzo di cosa si tratti non sa esprimersi". Si tratta di maturità? "Quella sessuale e dei costumi senz’altro, ma sarebbe più importante un altro concetto di maturità, quella etica". Ma il ragazzo non è solo… "E qui sta il problema: il gruppo. Violenza, abuso, molestia, ricatto, estorsione non sono fenomeni individuali, ma istigati, favoriti, promossi, sostenuti dal gruppo, che esiste sia nella realtà sociale sia in internet e che rispetto al passato ha dentro di sé sia maschi sia femmine". Avere più informazioni è quindi negativo? "Il facile accesso alla pornografia di internet, al consumo autoerotico nel contesto generale della liberazione dei costumi sessuali ...
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