Giovedì 25 Aprile 2024

Insegnanti aggrediti a scuola L’ira di Valditara: offesa allo Stato "Il ministero sarà parte civile"

Il titolare dell’Istruzione: "È il momento di dire basta, tornino sicurezza e serenità in classe". Secondo una ricerca un alunno su cinque ha visto scontri diretti tra docenti e studenti

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di Elena G. Polidori

Il fenomeno è da tempo sotto la lente dei sociologi e ora anche il governo si impegna a tentare un’inversione di tendenza contro l’aumento delle aggressioni dei professori a scuola da parte degli studenti o dei genitori degli alunni. I numeri parlano chiaro: almeno un ragazzo su cinque ha visto, una volta nella sua vita da studente, atti di violenza da parte di compagni di classe.

Ne è cosciente anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara che ieri, nella scuola di formazione politica della Lega, ha annunciatoun’iniziativa pesante contro i violenti: "Se uno si alza in piedi e prende a pugni un insegnante proporrò che il ministero si costituisca parte civile nel processo penale e chi prende a pugni non avrà di fronte solo l’insegnante, ma anche lo Stato perché paghi per il danno di immagine alla missione educativa della scuola". E ha aggiunto: "È il momento di dire basta alle aggressioni, voglio che ritornino sicurezza e serenità nelle classi. Dobbiamo ripristinare la cultura del rispetto per professori e beni pubblici. Perché i docenti siano consapevoli della loro missione, con l’entusiasmo che hanno nonostante lo stipendio modesto: fanno tutto questo perché si sentono parte di questa mission e dobbiamo ridare loro autorevolezza".

Sul come verrà messa in pratica l’idea del ministro bisognerà attendere uno specifico provvedimento ma d’altra parte, a quanto certifica uno studio di Skuola.net, il famoso sito dedicato appunto al mondo didattico che ha studiato la situazione italiana campionando 1800 ragazze e ragazzi delle scuole superiori, i fenomeni di violenza e aggressione degli studenti nei confronti dei professori aumentano ogni anno che passa, tanto che quest’anno si sono registrati numeri superiori a quelli del passato. Circa un alunno su cinque ha dichiarato di aver visto scontri diretti tra alcuni coetanei e il professore in classe, addirittura un caso su tre è stato sistematico e non isolato. Nella maggioranza dei casi, secondo le statistiche si tratta di aggressioni verbali, insulti, risposte volgari, proteste molto accese. Il 18% degli intervistati, però, parla anche di aggressioni fisiche, come ad esempio lancio di oggetti in classe, addirittura mani addosso e scontri faccia a faccia.

Di solito, secondo i ragazzi che hanno partecipato allo studio, un solo docente per classe viene preso di mira, almeno così racconta il 64% dei testimoni. I genitori solo pochissime volte si schierano con il docente: la maggior parte appoggia i figli a prescindere.

L’ultimo tra gli episodi che hanno destato più scalpore è quello avvenuto a Modena, in febbraio, all’istituto tecnico industriale ‘Fermo Corni’. I protagonisti sono un docente di matematica di 55 anni e due studenti sedicenni: stando alla ricostruzione dei fatti pare che il prof li abbia ripresi con il telefono mentre fumavano nel cortile della scuola; loro lo avrebbero deriso e aggredito verbalmente, tanto che lui avrebbe accusato un malore.

Ma non sono solo gli studenti a rendersi protagonisti di atti di violenza, anche i genitori sono spesso della partita. Lo racconta la vicenda che ha fatto scoppiare il caos in una scuola di Castellammare di Stabia (Napoli), dove una mamma ha aggredito una delle insegnanti della figlia. La docente, Lucia Celotto, era “colpevole” di avere dato un voto troppo basso all’alunna. La donna ha fatto irruzione nella succursale del liceo artistico Plinio Seniore e si è avventata sulla professoressa di lingua inglese della figlia, insultandola e prendendola a schiaffi.

Valditara, oltre a proporre la costituzione di parte civile da parte dello Stato contro chi si rende protagonista di atti di violenza contro gli insegnanti, punta il dito anche sui vandali degli istituti scolastici. "Serve rispetto anche per i beni pubblici – ha detto il ministro –: pensate che nel 2021 nelle scuole occupate a Roma ci sono stati 500 mila euro di danni: pc rubati, laboratori distrutti. Durante le occupazioni entra chiunque, anche qua bisognerà trovare una soluzione, che qualcuno possa risponderne, altrimenti paghiamo tutti, non solo i vandali che non hanno rispetto per i beni pubblici".