Mercoledì 24 Aprile 2024

Inneggia ad Allah e uccide poliziotta La Francia rivive l’incubo jihadista

Attentato in un commissariato vicino Parigi: agente accoltellata alla schiena mentre cambiava il disco orario. Ucciso l’aggressore tunisino, arrestati tre complici. Arrivato da clandestino, non era schedato dagli 007

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di Giovanni Serafini

"Non cederemo di un millimetro nella battaglia contro il terrorismo islamico". Sono le prime parole di Emmanuel Macron ieri pomeriggio, appena rientrato dal Ciad dove aveva assistito ai funerali del presidente assassinato Idriss Déby. La Francia è scossa dopo l’ennesimo sanguinoso attacco: una poliziotta è stata assassinata con due coltellate alla gola mentre entrava nel suo commissariato di Rambouillet, nei pressi di Versailles. È accaduto poco dopo le 14. Stéphanie M., 49 anni, madre di due bambini, agente di polizia con compiti amministrativi, era uscita nell’ora della pausa pranzo per cambiare il disco orario dell’automobile. Non era armata. L’assassino era in agguato e la stava aspettando. Appena la donna ha fatto l’atto di varcare il metal detector per rientrare al lavoro, le si è incollato alle spalle e l’ha spinta in avanti. Quindi, davanti ai poliziotti allibiti che non hanno avuto il tempo d’intervenire, ha gridato due volte "Allah Akbar" e ha tagliato la gola della sventurata. Caduta a terra, Stéphanie è morta nel giro di pochi secondi. L’aggressore è morto a sua volta sotto i colpi di pistola sparati da uno degli agenti: si tratta di un tunisino di 37 anni che non figura nei fichiers S in cui sono elencati i radicalizzati islamici che rappresentano un pericolo per la sicurezza nazionale. Era arrivato clandestinamente in Francia nel 2009. Dieci anni più tardi, nel 2019, era riuscito a regolarizzare la propria posizione. Dopo aver abitato nel dipartimento di Val-de-Marne si era spostato nella vicina Rambouillet, nelle Yvelines, dove aveva trovato lavoro come fattorino. Nelle indagini sono state fermate tre persone legate all’attentatore.

"La nazione è a fianco della vittima, della sua famiglia, dei suoi colleghi e di tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine", ha scritto Macron su Twitter. "L’orrore colpisce ancora una volta gli agenti di polizia. La Repubblica ha perso una eroina della vita quotidiana. La nostra determinazione nella lotta contro il terrorismo rimane intatta", ha aggiunto il premier Jean Castex, che si è recato subito a Rambouillet insieme con il ministro degli interni Gérard Darmanin. L’inchiesta è affidata al procuratore nazionale antiterrorismo Jean-François Ricard: "Il terrorista non ha colpito a caso. Prima di agire ha effettuato un sopralluogo per sapere come muoversi". Gli inquirenti hanno esaminato lo smartphone del tunisino, dal quale risulta che poco prima di colpire aveva visionato un film in cui si inneggia alla Jihad. La polemica è già divampata: com’è possibile che qualcuno entri clandestinamente in Francia, regolarizzi dopo molto tempo la propria posizione e compia subito dopo un attentato? La presidente del Rassemblement national Marine Le Pen ha chiesto di "smetterla con le regolarizzazioni di immigrati clandestini. Bisogna finirla con l’islamizzazione della Francia, diventata il primo Paese d’Europa per atti terroristici".

Negli ultimi anni il dipartimento delle Yvelines è stato segnato da diversi attacchi all’arma bianca. È qui che il 16 ottobre 2020 il professor Samuel Paty è stato sgozzato e decapitato all’uscita dalla scuola da un diciottenne originario della Cecenia. Sempre qui nel 2016 sono stati uccisi a coltellate nella loro casa di Magnanville, davanti agli occhi del figlio di 3 anni, il capitano di polizia Jean-Baptiste Salvaing e sua moglie Jessica. Più recentemente, il 3 ottobre 2019, 3 poliziotti e un agente amministrativo sono stati assassinati a Parigi (sempre all’arma bianca) all’interno della prefecture de police da un impiegato originario della Martinica che si era convertito all’Islam.