Giovedì 18 Aprile 2024

Inizio scuola. Merenda, salviette, gel e mascherina: ecco come fare lo zaino

Ogni scuola ha le sue regole per contrastare il virus. Alcune hanno abolito le borracce, altre le hanno introdotte . Per i più piccoli quasi ovunque c’è il divieto di portare la sacca di tela. Vestiti e giocattoli vanno inseriti in buste di plastica

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Per la famiglia Coniglini, sette sotto un tetto, la tempesta perfetta si è materializzata ieri sera alle 20,30. Dopo cena, papà Anacleto e mamma Clarabella si sono guardati negli occhi e hanno cercato di darsi forza: bisognava preparare lo zaino del primo giorno di scuola per tutti e cinque i loro figli. Come molti genitori, hanno stampato (quando è stato dato) il vademecum rilasciato dagli istituti – perché al di là di alcune regole base, ogni dirigente nella lotta al Coronavirus fa un po’ come gli pare – e si sono rimboccati le maniche. Emozionati e preoccupati, perché quest’anno la prima campanella sarà diversa da tutte quelle che sono mai suonate.

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Per Leonardo, il ciclone tascabile di appena 2 anni, è stato tutto sommato semplice. Il nido in cui va è molto rigoroso. "Portate un sacco di plastica con dentro un cambio. I vestiti verranno rilavati da noi, mentre la busta – hanno spiegato le maestre – sarà igienizzata. Pannolini e salviette saranno fornite da noi. Niente zainetti e al massimo un gioco da casa, che verrà sterilizzato e che dovrete lasciare qui".

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Anche Martina, calamita naturale di coccole che va verso i 5 anni, è stata costretta a rinunciare a qualche vecchia abitudine. "La sacca non si porta più. Se vostro figlio usa ancora il ciuccio – questo il diktat della scuola – lo dovrete mettere in una busta di plastica e lo sterilizzeremo noi ogni giorno. Non si potranno più portare libri o giocattoli da casa. Le borracce riempite prima di venire in classe e che i bambini di solito usavano per bere durante tutta la giornata sono state abolite. Useremo bicchieri di plastica o di carta".

Poi Anacleto e Clarabella si sono tuffati in ricordi fatti di matite temperate e hanno iniziato a preparare lo zaino del piccolo Arturo, sorriso perenne incorniciato da un bell’apparecchio fisso e debuttante assoluto coi suoi sei anni alle scuole elementari. E qui è iniziata lo studio matto e disperatissimo che ha permesso ai coniugi Coniglini di strappare in poco meno di mezz’ora un dottorato a testa in zainologia comparata. "Nella sacca dovrete mettere due quaderni. Diremo giorno per giorno quale libro di testo portare. Sotto i banchi – sancisce l’elenco di regole draconiane – non potrà essere lasciato nulla". Poi il primo cortocircuito. "Forniremo noi delle borracce per bere durante la giornata". Ma come? Alla scuola dell’infanzia divieto assoluto e invece alle elementari si può?

"Evidentemente – hanno poi concluso rassegnati Anacleto e Clarabella – tra i 5 e i 6 anni si svilupperà un profondo senso della proprietà privata che impedisce qualsiasi scambio di bottigliette tra bambini". Nello zaino di Arturo è finita anche una mascherina chirurgica. "Dovrete arrivare all’ingresso della scuola – recita il vademecum – indossando una mascherina. Anche di stoffa. La scuola fornirà un dispositivo chirurgico ogni giorno, ma vostro figlio dovrà comunque averne uno di scorta sempre nella sacca. La merenda si porta da casa e non va condivisa".

Morena, 12 anni ribelli di cui gli ultimi due passati senza soluzione di continuità a chiedere uno smartphone, ha voluto supervisionare, come un anziano davanti a un cantiere, l’operato dei genitori. "Papà, è inutile che cerchi il libretto delle giustificazioni. Quest’anno è tutto elettronico. Papà, guarda che devi mettere delle salviette umidificate e dei fazzoletti: hanno tolto la carta dai bagni, non lo sapevi? Papà, ma il gel disinfettante me lo hai dato? Non vorrai mica che mi prenda il virus il primo giorno. Papà, togli quei due euro dalla taschina: hanno eliminato le macchinette, mi dovete dare la merenda. Papà, ma per il cellulare niente? Anche se è il primo giorno? Magari – ha attaccato a testa bassa – mi può servire per scriverti se ti sei scordato qualcosa. Guarda che Arianna ce l’ha già dalla quinta elementare. Ormai sono rimasta l’unica".

E poi, dulcis in fundo, è toccato a Tommaso. Sedici anni spalmati di gel e pantaloni larghi come la sua voglia di lasciarsi dietro il lockdown. A lui, il più grande, è toccato farselo da solo lo zaino. Mascherina e igienizzante in una tasca, fazzoletti nell’altra. "Ma’, dove lo trovo il porta pranzo? A scuola non c’è spazio per tutti e fanno i turni. Mi fermo a mangiare in classe e poi c’è il rientro. Pa’, il caricabatterie del tablet l’hai visto? Ho il 6% di autonomia e domani mi sa che devo scaricare il primo libro, quest’anno ci hanno detto che non useremo i vecchi manuali di carta. Pa’? Paaaa’?". E dopo una ricerca estenuante negli anfratti più misteriosi della camera di un adolescente, anche il caricabatterie è finito nello zaino. E alla fine, stremati, Anacleto e Clarabella si sono buttati come sacchi di patate sul divano, pensando che all’8 giugno mancano solo 267 serate come questa.