Mercoledì 24 Aprile 2024

Inghilterra (di nuovo) senza premier Truss si dimette, rispunta Johnson

Lascia dopo appena 45 giorni e dopo i dietrofront sul fisco: "Non posso realizzare il mio mandato". Londra brucia il quarto primo ministro conservatore in 6 anni, l’ex leader tra i favoriti per la successione

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di Deborah Bonetti

LONDRA

Dopo appena 44 disastrosi giorni al potere, Liz Truss è stata costretta a dimettersi, diventando così la premier meno longeva della storia d’Inghilterra. Messa in gara con un cespo d’insalata per vedere chi durava di più (con tanto di diretta dal frigo dove era conservata la lattuga, grazie al tabloid Daily Star), l’insalata ha vinto. E serve humour per decifrare cosa sta succedendo alla Gran Bretagna, che sembra ormai implodere ad un ritmo incessante, con una crisi che pare aver contaminato ogni sfera del Paese; dall’economia, alla sanità, ai trasporti. Il Paese, con un’economia nazionale che rimane sesta al mondo, è stato colpito duramente dall’annuncio della “mini–finanziaria” firmata Truss-Kwarteng (il 23 settembre scorso), che ha fatto sprofondare la sterlina ai minimi storici e ha costretto la Banca d’Inghilterra a intervenire per salvare i buoni del tesoro.

"Riconosco – ha detto la Truss – di non poter realizzare il mandato per cui sono stata eletta dal Partito Conservatore, data la situazione".

La situazione era già critica alle soglie di un inverno che si preannuncia disastroso, con l’inflazione in impennata (e forte rischio recessione), la crisi energetica, il caro vita e i mutui alle stelle. L’idea che un quinto primo ministro conservatore nel giro di sei anni possa rimettere la situazione in sesto, appare per ora fumosa, soprattutto se si considera un possibile ritorno di Boris Johnson (che ha lasciato le redini del partito appena il 6 settembre scorso) nel ruolo di salvatore della patria.

Intanto i laburisti spingono al massimo per le elezioni anticipate ("un imperativo democratico"), anche se non possono forzare la mano perché il mandato rimane ai Tory – almeno in teoria – fino al 2024. Ma vediamo chi potrebbe essere il nuovo primo ministro, il cui compito non sarà solo quello di risolvere la crisi epocale in cui è sprofondato il Paese, ma anche di vincere le prossime elezioni, previste tra due anni se non prima. I bookmaker danno l’ex-cancelliere Rishi Sunak in pole position (58%), seguito dalla leader dei comuni, Penny Mordaunt (30%). E si prospetta appunto il ritorno di Boris Johnson (dato al 12%), rimasto nei cuori di tanti membri del partito e, per molti, fatto fuori troppo velocemente nonostante la sua leadership sia stata contrassegnata da controversie, menzogne e scandali.

Ieri Graham Brady, a capo del ‘Comitato del 1922’, che è l’organo di partito responsabile per le elezioni dei nuovi leader, ha spiegato le regole dell’investitura accelerata che si prospetta per la settimana prossima, con la conferma del nuovo premier venerdì 28 ottobre. I candidati alla leadership dovranno ottenere l’appoggio di un minimo di 100 deputati entro lunedì 24 ottobre per poter procedere alla prima votazione. Ammesso che siano almeno due i candidati in lizza con i requisiti necessari, ci sarà una votazione nel pomeriggio di lunedi’ 24 ottobre. Se necessario ci sarà un’ulteriore votazione in serata. Poi la decisione verrà passata di nuovo ai membri di partito (circa 150mila in totale, che l’ultima volta hanno eletto la Truss) che voteranno online. A far tremare i vertici del partito è il fatto che, in base al sito satirico (ma preciso) Guido Fawkes, il candidato con il maggior numero di deputati che lo appoggiano per ora è Boris Johnson (i numeri iniziali danno 27 supporter per lui, 21 per Sunak e 6 per la Mordaunt).