Venerdì 19 Aprile 2024

Reggio Emilia, infrange la legge per amore: la giudice lo assolve

Espulso 13 volte ma sempre rientrato in Italia. "Devo vedere la mia compagna, è malata"

Emiliano Fejzo, 38 anni, e la sua Alina, 55

Emiliano Fejzo, 38 anni, e la sua Alina, 55

Reggio Emilia, 6 settembre 2022 - È un amore che non conosce confini, il suo. Men che meno geografici. Tanto da aver superato più volte anche quelli del nostro Stato, che gli erano vietati dalla legge. È la storia che racconta Emiliano Fejzo, albanese di 39 anni: lui, sottoposto a espulsione per 13 volte, è rientrato a Sant’Ilario d’Enza una in più, per poter assistere la fidanzata che ha gravi problemi di salute. Anche ieri mattina, durante il processo a suo carico per l’ultima delle violazioni, datata 2019, Fejzo ha ribadito il loro dramma.

Alina, ucraina di 57 anni, con permesso di soggiorno a tempo indeterminato, ha fatto la badante finché la salute glielo ha permesso: "Io e lei ci siamo conosciuti in Italia una ventina di anni fa. Alina soffre di una malattia degenerativa – ha raccontato davanti al giudice Cristina Beretti –. Nel giugno di tre anni fa fui costretto all’ultimo rimpatrio: mi caricarono sull’aereo a Milano e arrivai in Albania. Ma dopo un paio di giorni lei mi telefonò: ‘Sto male’. Non ci pensai due volte: il giorno dopo salii su un barcone e rientrai a Sant’Ilario, per starle vicino".

Due mesi dopo, i carabinieri lo rintracciarono e arrestarono. Allora Fejzo si impegnò per regolarizzare la sua posizione in Italia, riuscendo a ottenere il permesso di soggiorno e a vivere con lei. Ma attualmente si trova in carcere dopo essere stato di nuovo arrestato in febbraio, perché doveva scontare il cumulo di diverse sentenze, emesse dai tribunali di Reggio, Parma, Bologna, Genova e La Spezia: cinque anni totali per rientro illegale in Italia, resistenza a pubblico ufficiale, false generalità e tentato furto. Per l’ultimo rientro da clandestino, ieri il pm ha chiesto un anno di pena. La difesa, affidata all’avvocato Sarah Dell’Accantera, ha prodotto i certificati medici che attestano i problemi della compagna. E ha chiesto l’assoluzione, ieri disposta dal giudice Beretti "perché il fatto non costituisce reato", visto lo stato di necessità di Alina. "Lei ha un’invalidità al 100% e non lavora. In Italia non ha altri parenti che possano aiutarla. Di recente anche i vigili del fuoco – racconta il legale – sono dovuti accorrere a casa sua perché era caduta".

Da quanto emerso, la sua situazione era stata presa in carico dai servizi sociali di Sant’Ilario. "Dopo la condanna definitiva di Fejzo, abbiamo fatto un incidente di esecuzione per far mettere in continuazione i reati, ottenendo che la pena scendesse intorno ai 2 anni", afferma l’avvocato. Il 39enne vorrebbe regolarizzarsi attraverso il matrimonio: "Fejzo aveva trovato lavoro in una ditta edile, ma non aveva i documenti per stare in Italia. Ora vorrebbe sposarsi per avere il permesso di soggiorno per motivi familiari, per il quale serve il nulla osta dell’ambasciata albanese, che dura tre mesi". Se l’amore riuscirà a battere anche la burocrazia, avrà superato l’ultimo dei muri.