Influenza del cammello: cos'è, perché se ne parla ora, i sintomi e cosa dicono gli esperti

Ciccozzi: "Il rischio di contagio da chi torna in Italia dal Mondiale in Qatar è davvero poco probabile". Bassetti: "È un virus con contagiosità bassa"

Roma, 15 dicembre 2022 - Al di là del Covid e oltre all'influenza australiana, negli ultimi giorni si parla anche di influenza del cammello. In realtà si tratta della Mers-CoV o Sindrome respiratoria mediorientale, una sindrome respiratoria che non è nuova, ma che è tornata alla ribalta perché c'è il rischio di casi tra i tifosi che rientrano in patria, dopo essere andati in Qatar per seguire i Mondiali. 

Nello specifico la Mers è un coronavirus e viene trasmessa dai cammelli all’uomo. Maggiormente diffusa in Medio Oriente, ma anche in Africa e Asia meridionale, è molto contagiosa e può causare sindromi respiratorie anche gravi, ma molto spesso compare in forma asintomatica.

Sommario

Influenza del cammello: sintomi e contagiosità
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Il rischio di contagio: cosa dicono gli esperti

L'influenza del cammello "dal 2021 al novembre 2022 ha causato 2.600 contagi, ha un tasso di letalità alto del 34-36%, ma si trasmette dal dromedario all'uomo e il 90% dei casi registrati quest'anno, meno di una decina, sono di questo tipo e non di trasmissione uomo-uomo che sono poco probabili e solo se si beve il latte crudo di cammello e non toccando l'animale", ha detto Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare della Facoltà di Medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, interpellato dall'Adnkronos Salute. "Quindi il rischio di contagio da chi torna in Italia dal Mondiale in Qatar è davvero poco probabile". "E poi - aggiunge l'esperto - se rispettiamo una semplice norma che abbiamo imparato in questi due anni di pandemia Covid, lavarsi spesso e bene le mani, il rischio di contagio si riduce notevolmente". 

Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, spiega che "è un virus che conosciamo da dieci anni e non è mai riuscito realmente ad uscire dal Medio Oriente nonostante ci siano stati dei cluster in chi si recava in pellegrinaggio a La Mecca. È un virus che ha contagiosità molto bassa, quindi il rischio da chi rientra in Europa è difficile. Chi è del mestiere conosce la Sindrome respiratoria mediorientale da anni, è un problema vecchio che non credo tornerà fuori".

"Dobbiamo concentrarci sul problema che stiamo vivendo oggi: l'incrocio influenza-Covid ed eviterei di pensare a questo virus 'lontano'", aggiunge Bassetti. "Va bene un monitoraggio verso chi rientra da quelle aree ma non c'è nessun allarme. Mi pare poi che ci siano pochi italiani in Qatar, non abbiamo partecipato al Mondiale e quindi dobbiamo stare piuttosto tranquilli".

Mers: sorella cattiva del Covid

Bassa soglia d'allarme anche per l'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata: "Ritengo plausibile una minima soglia d'allarme rispetto a uno scenario di contagio dal cosiddetto 'virus dei cammelli', non trascurando di ricordare che la Mers è una sindrome respiratoria grave ma già conosciuta. Al netto di ogni deprecabile psicosi, bisogna dire che la Mers è la sorella cattiva della Covid con percentuali di rischio morte ben più elevate tuttavia, dalla letteratura scientifica disponibile, risulta essere molto meno contagiosa, con qualche dubbio relativo al passaggio diretto da uomo a uomo, che farebbe una differenza strategica".

"Del resto - prosegue - la Mers, che tanto preoccupa gli sportivi di ritorno dai deserti del Qatar per i Mondiali di calcio, ha dato prova di essere temibile ma non ha raggiunto mai dimensioni pandemiche, e questo è un precedente del quale tenere conto e sul quale i ricercatori potrebbero concentrarsi per capire il livello del potenziale allarme".  "Su un punto però dovremmo essere tutti d'accordo - conclude l'immunologo - mettere a frutto la lezione della pandemia da Covid-19 per non trovarci di nuovo in balia delle onde dinanzi ad un eventuale futuro cataclisma sanitario".

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I sintomi e trasmissione

Nonostante non ci sia un vero e proprio allarme, è sempre valido l'invito a prestare attenzione e a monitorare il proprio stato di salute. Come in altre influenze, anche in questa i sintomi tipici sono principalmente febbre e tosse, accompagnata dal respiro affannoso. Se diventa grave, può insorgere una polmonite, o un'insufficienza respiratoria

Essendo in ogni caso un coronavirus, anche Mers-cov è più pericoloso per anziani e soggetti fragili. L'Oms riporta che il contagio da persona a persona è possibile, ma raro. Piuttosto il contagio può avvenire tramite il contatto diretto o indiretto con cammelli infetti. Quindi lo si può contrarre assumendo latte di cammello non pastorizzato o carne non cotta, per esempio.