Influenza aviaria, il caso di Ostia e gli altri focolai in Veneto

Zingaretti: "Ceppo grave". In provincia di Verona centinaia di migliaia gli animali da abbattere. In Francia scatta il 'lockdown del pollame'

Un allevamento di pollame (Ansa)

Un allevamento di pollame (Ansa)

Roma, 9 novembre 2021 - Il focolaio di influenza aviaria scoperto in un allevamento di volatili a Ostia Antica è solo l'ultimo di una serie in Italia. Pesantemente coinvolto in questi giorni è il Veneto, dove i focolai continuano a crescere. L'assessorato alla Sanità della Regione Lazio ha fatto scattare le misure di sicurezza con controlli a tappeto e zone di protezione e di sorveglianza. "A seguito dei regolari controlli relativamente all'insorgenza di una mortalità anomala nell'ambito di un allevamento avicolo non commerciale - si legge nella nota - è stato rilevato un caso di virus di influenza aviaria in campioni di volatili. Il rapporto del centro di referenza nazionale dell'Istituto Zooprofilattico conferma l'insorgenza di un focolaio di influenza aviaria di sottotipo H5 HPAI".

I focolai a Verona

In Veneto la situazione è tenuta sotto strettissima osservazione. L'epidemia ha già registrato numerosi focolai in provincia di Verona, pare una ventina, ma il numero è in costante aggiornamento in queste ore, spiega L'Arena. Centinaia di migliaia gli animali da abbattere. "Il virus H5N1 viene descritto dagli esperti come particolarmente aggressivo e pericoloso e quindi la preoccupazione c'è - aveva sottolineato Diego Zoccante, presidente della sezione di prodotto Allevamenti avicoli di Confagricoltura Verona, lo scorso 3 di novembre -, ma sia l'Ulss che gli allevatori sono in possesso di un'esperienza ventennale in materia di aviaria e perciò, al momento, la situazione è sotto controllo". Dall'ultima grande epidemia, che è stata nel 2017, tutti i protocolli relativi alla sicurezza sono stati potenziati, con l'introduzione di pratiche mirate a tutelare al massimo gli allevamenti. Comunque il quadro ora si è fatto più preoccupante. Nei pressi degli stabilimenti colpiti è stata rilevata una presenza consistente di animali selvatici come aironi, gazze e fagiani, che sono stati probabilmente il veicolo del virus.

Il lockdown del pollame in Francia

Allerta anche all'estero. Gli allevatori francesi dovranno istituire un "lockdown" per pollame e volatili in quanto il rischio per questi animali di contrarre l'influenza aviaria è "elevato" in Francia. A dirlo un'ordinanza ufficiale del 5 novembre, che parla di "moltiplicazione di casi nei paesi vicini". L'aumento del livello di rischio implica che tutti gli allevamenti dovranno rinchiudere i volatili per evitare contatti con gli uccelli migratori, potenzialmente portatori del virus dell'influenza aviaria. Il governo spera di evitare che si ripeta il fenomeno dell'inverno scorso, quando la Francia contò circa 500 punti di contaminazione negli allevamenti, soprattutto nel sud-ovest del paese dove si produce più 'foie gras'. La crisi portò alla fine all'abbattimento di 3,5 milioni di animali, soprattutto anatre.