Influenza boom, Bassetti: fa paura. Pediatri preoccupati: reparti in crisi

L'alta incidenza e la combinazione con il Covid intasa ambulatori e ospedali. In aumento le richieste al 118, che lancia l'allarme: siamo in ginocchio

Covid più influenza: la tempesta perfetta. I servizi di emergenza sul territorio si preparano a un inverno difficile, dice Marzio Balzanelli, presidente nazionale Sis 118, che registra in queste ultime settimane un aumento delle chiamate e degli interventi per Covid-19. Anche se i sintomi sono meno gravi rispetto al passato, i "ricoveri sono comunque in crescita". E "La situazione peggiorerà con il freddo - avverte Balzanelli -. Non ci aiuterà la circolazione dell'influenza, con il picco previsto fra dicembre e gennaio". A fronte di una richiesta crescente, il sistema di pronto intervento "va pontenziato e finanziato adeguatamente". Quello di Balzanelli è un vero e proprio grido d'allarme.  "Il 118 è in ginocchio, allo stremo. Non c'è più tempo". 

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L'influenza sta colpendo soprattutto i bambini piccoli
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Del mix fra Coronavirus e epidemia influenzale parla anche Fabrizio Pregliasco, intervenuto a "Dritti al punto" su Cusano Italia Tv. "Siamo in una situazione ancora un po' in crescita del Covid - spiega il virologo -. Un'onda di risalita, la chiamo onda per discriminarla dalle ondate che abbiamo subito. E purtroppo dovremo avere la contezza della stagione influenzale già abbastanza anticipata e altre onde del Covid". 

Bassetti: "L'influenza quest'anno fa paura"

L'infettivologo Matteo Bassetti è più preoccupato dell'influenza che del Covid: "E' peggio di come ci aveva lasciato nel 2019 ed è partita a razzo con numeri alti anticipati rispetto alla stagione. Sicuramente oggi fa paura anche per tutto quello che si porta dietro con una quantità di virus paninfluenzali, patologie da pneumococco e anche polmoniti". La soluzione, per direttore Malattie infettive ospedale Policlinico San Martino di Genova, non è la mascherina: "Questi microrganismi devono circolare e hanno sempre circolato. Ad esempio, abbiamo perso molto la copertura per lo pneumococco, la vaccinazione da polmonite, ma anche quelle per l' influenza". 

Secondo il rapporto Influnet, nella settimana 21-27 novembre, l'incidenza dell'influenza è stata pari a 12,9 casi per mille assistiti (9,5 nella settimana precedente), i casi stimati sono 762mila, per un totale di circa 2.552.000 casi a partire dall'inizio della sorveglianza. Il virus è particolarmente diffuso tra i bambini piccoli. Ma - dice Bassetti -  arriverà anche agli adulti e poi i nonni. "I primi perderanno qualche giorno di scuola ma i nonni finiranno in ospedale? Gli anziani in queste due settimane che ci separano dal Natale invece di correre a fare i regali correre a fare il vaccino antinfluenzale".

I pediatri: ambulatori e reparti in crisi

A proposito di bambini, Mariano Magrì, pediatra del dipartimento di Prevenzione dell'Asl Lecce, segnala che l'ondata di contagi influenzale sta "mettendo in crisi i reparti di Pediatria ospedalieri e gli studi dei pediatri di famiglia, specialmente nel Nord del Paese". Non si può parlare al momento di una maggiore gravità ma "certamente il numero di bambini colpiti dai virus dell' influenza è di gran lunga più elevato rispetto a quello registrato nelle ultime due stagioni invernali".

Di situazione difficile parlano anche i pediatri della Lombardia e dell'Umbria, le regioni più colpite dall'epidemia influenzale insieme all'Emilia Romagna, che segnalano il caos dovuto all'impennata di casi tra i più piccoli, con l'aumento, per ragioni numeriche, delle complicazioni. "In Lombardia assistiamo a una tempesta perfetta - sintetizza Roberto Caputo, segretario regionale della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) della regione - che mette insieme più fattori: dalla scarsa alfabetizzazione sanitaria dei genitori al carico di lavoro dei singoli pediatri che hanno anche fino a 1.400 assistiti da seguire".