Influencer-patriote fanno a pezzi le borse Chanel

Sui social i video contro le sanzioni dell’Occidente "Se un brand non ci rispetta, noi reagiamo"

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di Giovanni Rossi

Stanno tutte con Vladimir Putin le più famose influencer russe. Prima la patria, poi il lusso. Un colpo di cesoie e, zac, la borsa Chanel alla penultima moda finisce seviziata con tanto di video propaganda. Accade sul web, dove, da 48 ore, acclamate bellezze – armate con forbicioni da giardiniere – praticano vendetta sommaria sugli articoli della maison francese. La colpa di Chanel? Aver messo le clienti russe al bando, in applicazione del nuovo round di sanzioni.

Marina Ermoshkina, giornalista filo Cremlino, firma un accigliato appello: "Una borsa non vale l’amore per la mia patria, sono contro la russofobia. Se sei d’accordo sostieni questa sfida". Tira fuori un paio di gigantesche cesoie facendo strage del malcapitato accessorio. Di lì a poco, anche la dj Katya Guseva si schiera risoluta contro l’Occidente formato brand: "Dopo aver appreso la politica di Chanel nei confronti dei russi ho deciso di rimuovere le loro borse dalla mia vita", annuncia con espressione grave, prima di sezionare l’ex oggetto del desiderio. E per spiegare l’incresciosa situazione, la giornalista televisiva Victorya Bonya attualizza la legge del taglione al tempo delle fashion victims: "Non ho mai visto un brand così irrispettoso verso i propri clienti. Se Chanel non ci rispetta, perché noi dovremo rispettare Chanel?". E di nuovo la ’Z, simbolo di guerra, risuona tra forbici e pellami. Il sacrificio del lusso come rito di protesta. Però non per questo le influencer regrediranno a babushke col fazzoletto in testa. Perché la faccenda è prospetticamente molto seria.

Orfane di Instagram, preoccupate per il futuro, le star mediatiche russe inaugurano il fronte patriottico, strumentale a restare in prima linea nonostante gli agguati al guardaroba. La rituale prova dello specchio internettiano fotografa broncetti e stupore. Professioniste dell’immagine e spendaccione mogli ’di’ non si capacitano di essere messe alla porta dalle boutiques più prestigiose in giro per il mondo o dai siti di e-commerce pronta consegna (se hanno ancora una carta di credito operativa). Anna Kalishnikova, presentatrice e cantante con 2,4 milioni di follower, posta l’amara realtà dal buen retiro di Dubai: "Chanel si rifiuta di vendere i suoi prodotti. Russofobia in azione". "Questo è uno shock per una donna che ha comprato Chanel per più di 20 anni", è la candida ammissione dell’influencer Yana Rudkovskaya, storica buyer con un milione di euro di beni Chanel acquistati e garanzia di posto vip alle sfilate.

Chanel ribadisce: "Stiamo semplicemente rispettando le sanzioni Ue", che vietano la vendita di beni di lusso (di prezzo superiore ai 300 euro) in Russia o destinati alla Russia. Ma la virata patriottica delle influencer dimostra che Mosca sta con le antenne alzate, pronta a trasformare anche le sanzioni più creative in nuovo collante identitario.