Inflazione record. Gli economisti non sono oracoli

Ora che anche la ministra del Tesoro americana Janet Yellen, ex governatore della Fed dal 2014 al 2018, ammette di avere sbagliato previsioni sull’evoluzione dell’inflazione, non resta che accettare l’evidenza. Non solo l’economia è una scienza triste, ma non è neppure una scienza esatta, in special modo quando cerca di prevedere il futuro. E d’altronde lo avevamo capito nel 2007, quando la crisi finanziaria dall’America contagiò tutto il mondo. Pochi mesi dopo, la regina Elisabetta gelò i cervelloni della London School of Economics con una domanda solo all’apparenza ingenua: "Come è possibile che nessuno abbia previsto questa crisi tanto devastante?"

Nessuno sul momento si sentì di rispondere, solo dopo qualche settimana i professori della prestigiosa scuola londinese, ovvero il Gotha degli economisti, abbozzarono una lettera di spiegazioni e scuse. La verità è che l’economia nasce nell’ambito delle scienze filosofiche, è uno splendido strumento per leggere il mondo e interpretare i dati, ma negli ultimi anni ha dovuto chiedere aiuto alla psicologia, alle neuroscienze, alla sociologia e all’antropologia per affinare le chiavi di lettura. E tuttavia come gli economisti non avevano previsto la crisi dei sub prime, così hanno sottostimato l’inflazione. Nel marzo del 2021 la Yellen aveva affermato che l’inflazione poneva "un piccolo rischio" e in maggio aveva ribadito che non prevedeva che sarebbe "stata un problema" dopo il pacchetto di interventi di Biden. Un anno dopo l’inflazione negli Stati Uniti ha raggiunto quota 8,5%.

Cosa è successo? La Yellen ha fatto mea culpa: "Ci sono stati dei grandi e non prevedibili shock all’economia che hanno fatto salire i prezzi e le interruzioni della catena di approvvigionamento hanno avuto effetti negativi sull’economia che io allora non ho compreso a pieno, ma ora lo riconosco". Chapeau per la modestia a posteriori, ma a noi mortali resta un dubbio: che ne sarà ora delle nostre tasche? L’inflazione alta (in Italia siamo al 6,9%) è solo una fiammata o è strutturale? In assenza di risposte fidate, stimiamo che possa continuare a lungo, visto che il mondo assorbe sempre più energia e materie prime, perché la platea dei consumatori si è allargata e i produttori hanno bisogno di produrre sempre di più. Non è un modello matematico, ma forse basta per aggiungere alle nostre previsioni un briciolo di buonsenso: al di là di quello che ci racconteranno gli economisti, la regola aurea resta quella del buonsenso. Spese calibrate, risparmio, investimenti diversificati. Non è la ricetta della London School of Economics, ma in attesa di una risposta più esaustiva alla domanda della Regina, possiamo provare a difenderci senza pensare che non ci resti altro che pregare.