Venerdì 19 Aprile 2024

Inferno tra Turchia e Siria Terremoto, strage epocale Migliaia di morti e feriti: cancellate intere città

La terra trema nelle regioni di confine, la scossa più forte di magnitudo 7.8 . Fenomeno mille volte più potente del sisma di Amatrice: è stato registrato in tutto il mondo

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di Alessandro Farruggia

Una catastrofe epocale. Una scossa potentissima e lunghissima nella notte spazza la Turchia e la Siria, spiana interi villaggi, devasta città come Gazientep e Adana, fa migliaia di morti e decine di migliaia di feriti. A sera le vittime recuperate erano 2.316 in Turchia e 1.293 in Siria. Siamo a quota 3.609 ai quali vanno aggiunti 13.293 feriti in Turchia e circa 9mila in Siria. Ma ragionevolmente le cifre saranno ben più alte.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che parla quando il conto dei morti è attorno a 2.300, "potrebbe essere di otto volte superiore". Come dire 18.400 vittime, a mano a mano che si rimuovono le macerie. "Il sisma che ha colpito oggi (ieri, ndr) la Turchia – dice il presisidente turco Erdogan, che ha prclamato sette giorni di lutto nazionale – è il peggiore dopo quello del 1939, che provocò oltre 32mila vittime".

Anche il patrimonio storico e artistico dell’area è colpito al cuore. È crollata come un castello di carte la mastodontica fortezza di Gaziantep, che da quasi duemila anni svettava sull’altipiano sito nella parte più occidentale dell’Anatolia sud-orientale della Turchia, si sbriciolano chiese e moschee e almeno 6.800 edifici tra i quali oltre 2.800 palazzi – ad Adana due grattacieli di 14 e 17 piani – oltre a migliaia di case più piccole. Sotto, restano migliaia e migliaia di persone. Centinaia le città devastate. Disastrosa la situazione anche in Siria. Colpita pesantemente Aleppo, città martire della guerra civile.

La crisi sismica che investe la Turchia sud orientale e la Siria nord-occidentale inizia alle 4.17 ora locale, le 2.17 in Italia, con una potente scossa di 7.8 Richter, ipocentro a 20 chilometri di profondità nel distretto di Pazarcik nella provincia di Karamanmaras, circa 200 chilometri a nord da Gazientep. È una scossa potentissima. Tre le repliche registrate subito dopo la prima, in rapida successione alle 2.28, 2.36 e 2.58 ora italiana con magnitudo rispettivamente 5.6, 5.2 e 5. Una raffica micidiale. Ed è solo l’inizio.

"Il sisma è avvenuto sulla faglia Est Anatolica, nel punto triplo nel quale convergono il blocco anatolico, quello arabico e quello africano. Lungo questa faglia avviene un movimento orizzontale, ossia di tipo trascorrente – spiega il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) –. In termini di energia liberata la scossa è stata di mille volte più forte di quella di 5.9 ad Amatrice e di 30 volte superiore al 6,9 che si registrò in Irpinia". "Ad attivarsi – osserva il presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni – è stata una delle due grandi faglie che attraversano la Turchia, quella Sud-Est anatolica, che è una delle più attive nel Medio Oriente, insieme a quella del Mar Morto che attraversa Siria, Libano, Israele e Giordania e che separa la placca Araba da quella Africana. È lungo questa faglia che i due lembi del suolo si sono spostati, nella zona di massimo movimento, di almeno tre metri".

Il sisma è probabilmente arrivato a deformare la costa. Si sono osservate anomalie nel livello del mare in tre punti, in Turchia e a Cipro, che hanno fatto scattare l’allerta Tsunami nel Mediterraneo orientale e centrale. Nel nostro Paese il dipartimento della Protezione civile italiana, sulla base dei dati elaborati dal Centro Allerta tsunami (Cat) dell’Ingv, ha diramato un’allerta per possibili onde di maremoto in arrivo sulle coste italiane. La circolazione ferroviaria è stata interrotta nelle regioni del Sud. Ma dopo poche ore l’allerta è rientrata.

Certo, in Turchia era ancora inferno. Alle 13.24 ora locale si è registrata nuova fortissima scossa, di magnitudo 7.7, nel distretto di Elbistan, a 59 chilometri a nord-est della città di Kahramanmaras, a una profondità di circa 28 chilometri. È una zona a 200 chilometri dalla prima, il che fa sospettare che la prima scossa e le centinaia di assestamento che ne sono seguite, abbiano attivato una seconda faglia, o meglio un ulteriore, distante tratto della stessa faglia. Tra l’altro la seconda potentissima scossa ha fatto crollare molti degli edifici semidistrutti dalla prima e ucciso molte delle persone che erano intrappolate.

Da fonti di stampa turche viene riferito che ci sarebbe un italiano tra i dispersi nella zona di Kahramanmaras, una delle più devastate dal sisma. È corsa contro il tempo per i soccorritori turchi, siriani e per le squadre specializzate giunte da tanti Paesi per cercare di salvare il più possibile delle persone entro questa notte: quelli che saranno tirati fuori vivi dopo 48 ore saranno infatti una piccola minoranza. Salvarli ora, o mai più.