Infanzia bruciata Incubi e autolesionismo "Una rete di esperti per proteggere i bimbi"

Il progetto ’On Radar’ organizzato dalla Fondazione Internazionale Menarini. Il pediatra: alcuni sintomi devono mettere in allerta, i genitori vanno aiutati

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di Olga Mugnaini

Incubi, disturbi del sonno, atteggiamenti autolesionisti, comportamenti alimentari improvvisamente strani, isolamento, calo del rendimento scolastico.

Possono assumere tante forme i “mostri“ che si insidiano nella mente dei bambini vittime di abusi o comunque di esperienze negative. Una tragedia dai numeri sempre più impressionanti, visti gli ultimi dati: su circa 9 milioni di minori, il 9% avrebbe subito maltrattamenti, di cui l’85% psicologici, 10% fisici e 3% sessuali.

E poi le nuove trappole dal web, le ripercussioni dell’isolamento sociale da Covid, i malesseri delle periferie.

Da tutto ciò nasce “Infanzia bruciata. Aiutiamoli a sorridere”, il primo progetto del Think Tank “On Radar” organizzato dalla Fondazione Internazionale Menarini. L’obiettivo è mettere in moto cambiamenti reali, attraverso il dialogo tra professionisti, per affrontare i nodi irrisolti del disagio minorile.

Nel corso del primo incontro a Roma, sono stati 28 gli esperti coinvolti in quattro diversi workshop con focus su isolamento sociale, abusi fisici e psicologici, periferia e povertà e violenza digitale. Con un unico comune denominatore: l’interdisciplinarità.

"Gli abusi sui minori non si possono contrastare se affrontati da una sola prospettiva - ha spiegato Massimo Scaccabarozzi, direttore del Think Tank On Radar -. Le competenze di medici, psicologi, pedagogisti, educatori, forze dell’ordine, magistrati e di altre figure che vengono a contatto con gli adolescenti, possono coalizzarsi per creare una rete coordinata e a “maglie strette” a supporto della famiglia e della scuola per prevenire e intercettare precocemente ogni forma di disagio. È questa la proposta centrale lanciata al nostro primo incontro".

Tra i protagonisti del progetto ci saranno i pediatri: "Ci sono sintomi precisi che devono mettere in allerta genitori e insegnanti – ha detto Pietro Ferrara, ordinario di pediatria all’Università Campus biomedico di Roma –, ma un ruolo centrale va assegnato ai pediatri di famiglia. Con loro vorremmo introdurre un monitoraggio, attraverso questionari, su specifici indicatori di disagio, da inserire nella redazione del bilancio di salute di ogni giovane assistito".

Centrale per la prevenzione è la crescita di consapevolezza nelle famiglie. Per contrastare la diffusione di immagini di minori sul web e il loro utilizzo a scopo pedopornografico, ha aggiunto Annalisa Lillini, direttore della divisione servizio della Polizia Postale, "sarebbe utile inserire nei corsi di preparazione al parto per le future mamme, anche informazioni sul rischio di divulgare le foto dei propri bambini sui social media, cosa purtroppo frequente".

Tra le proposte emerse, anche la creazione di un Osservatorio permanente sugli abusi presso gli organi giudiziari, con incontri periodici di aggiornamento e la promozione di un network tra procure e operatori del settore, per favorire il dialogo e garantire una corretta presa in carico delle singole situazioni.

"L’intento ambizioso è contribuire a realizzare una condizione di salute globale del minore, in linea con gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 - ha detto Scaccabarozzi –, tra cui il superamento della povertà e l’accesso all’istruzione".

"Abbiamo messo insieme persone che vivono ogni giorno situazioni di bambini che hanno subito violenze - ha concluso Lucia Aleotti, azionista e membro del Board di Menarini –. Solamente dalla vita vera si possono ottenere risposte efficaci".