Giovedì 25 Aprile 2024

Industriali e sindacati tirano Draghi per la giacca

Per una volta, sindacati e Confindustria si trovano d’accordo: il plauso per le linee programmatiche illustrate dal premier Mario Draghi, pur con le sfumature di ognuno, è unanime. Bene la visione europeista, l’accento sulle riforme, il fisco, gli investimenti, e bene ancora il no al debito pubblico cattivo e la lotta per uno sviluppo sostenibile. Ma a dividere resta quello stop ai licenziamenti che ha fatto capolino nella relazione di Draghi, senza che prendesse però posizione, limitandosi a fare un cenno al timore che la crisi sociale possa "aggravarsi quando verrà meno il divieto di licenziamento". Un passaggio interpretato liberamente da entrambe le parti in causa.

Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, apprezza "la chiara visione internazionale ed europeista" del discorso di Draghi, nonché il richiamo all’unità per risollevare il Paese.

Bene anche "il forte richiamo ad evitare, con nuovo cattivo debito, un ulteriore e grave furto alle generazioni future" e "il richiamo all’aumento di produttività". Ma sul blocco dei licenziamenti lancia al premier un appello forte e determinato. "Non vorremmo di nuovo, tra poche settimane, assistere a una nuova protrazione del blocco generale dei licenziamenti. Sarebbe l’invito alle imprese a rinviare ulteriormente riorganizzazioni, investimenti e assunzioni: un segnale decisamente sbagliato".

Il leader Cgil, Maurizio Landini, dice di aver ascoltato "un discorso di alto profilo che coniuga l’azione sull’emergenza, a partire da vaccinazioni e proroga del blocco dei licenziamenti, con le riforme e gli investimenti, capaci di creare nuovo lavoro per i giovani e le donne". Discorso "sobrio" con "priorità condivisibili" anche per la segretaria Cisl, Annamaria Furlan, che sottolinea "la necessità di prolungare lo stop ai licenziamenti".