Indagato dipendente della funivia Almeno uno dei freni era disattivato

In una foto si nota che sulla cabina c’era un ’forchettone’: serve a bloccare il sistema di emergenza

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di Giambattista Anastasio

Le indagini sul grave incidente di domenica sulla funivia del Mottarone e costato la vita a 14 persone sono a una svolta: c’è un primo indagato. Si tratta di un dipendente della società che gestisce l’impianto, le ‘Ferrovie del Mottarone’. A mezzanotte e mezza anche il proprietario della stessa società, Luigi Nerini, 56 anni, di Baveno (Verbania), è entrato in caserma a Stresa per essere sentito dagli inquirenti. Secondo alcuni potrebbero esserci anche altri iscritti nel registro degli indagati, oltre al dipendente. Tra le foto agli atti della procura della Repubblica di Verbania poi ce n’è una, scattata dai vigili del fuoco, che potrebbe spiegare perché sulla funivia si è verificato un evento che considerato raro: la rottura della fune trainante, senza che sia entrato in funzione il freno di emergenza, che avrebbe consentito alla cabina di rimanere agganciata al cavo fisso, anziché precipitare. L’uno e l’altro sviluppo – indagati e foto – sembrano andare nella direzione di presunte mancanze nella manutenzione dell’impianto.

Dalla foto emerge, tra il groviglio dei cavi, un pezzo di acciaio rosso, quello che in gergo si chiama ‘forchettone’: una piastra di metallo che viene inserita manualmente nella parte alta del carrello della cabina dove ci sono le rulliere e che viene utilizzata per tenere forzatamente in posizione aperta i freni di emergenza. Il forchettone è utile per i lavori di manutenzione ordinaria o per riportare a valle a fine giornata la cabina che è a monte, senza correre il rischio che questa possa bloccarsi lungo la linea. I forchettoni servono per intervenire sui freni di emergenza: quelli ordinari, che servono a fermare la cabina quando arriva in stazione, si trovano, invece, sulle grandi ruote sulle quali scorre la fune traente. Il forchettone non avrebbe dovuto trovarsi lì, perché impedisce l’entrata in funzione dei freni d’emergenza. La piastra potrebbe essere stata posizionata dopo il 3 maggio, data dell’ultimo controllo ai freni, ed essere rimasta lì, oppure la sera prima, quando si è fatta tornare la cabina a valle. In proposito ci sarebbe una testimonianza raccolta dai soccorritori secondo la quale proprio il giorno prima della tragedia sarebbe stata fatta una prova di emergenza, rimandando a valle la cabina che era a monte.

"La cabina era quasi arrivata al punto di sbarco, si vede che sussulta e torna indietro. La visuale è però limitata alla zona dell’arrivo. Se ci sia stato un reinserimento (del forchettone, ndr) rientra nel campo delle ipotesi – spiega Olimpia Bossi, procuratore della Repubblica di Verbania – e dovrà essere accertato da un esame dei reperti rinvenuti". Se così fosse si potrebbe parlare di "errore umano". Diversi i dipendenti delle Ferrovie Mottarone convocati ieri nella caserma dei carabinieri di Stresa per essere ascoltati, alcuni erano accompagnati dagli avvocati. La prima iscrizione, secondo indiscrezioni, sarebbe collegate proprio alla presenza del forchettone. "L’indagine si concentra sulle cause della rottura del cavo, il problema principale, poi dovremmo capire se doveva esserci un freno, se ha funzionato e non ha retto o se non ha funzionato", dichiara il tenente colonnello Giorgio Santacroce, comandante del nucleo operativo dei carabinieri di Verbania".