Mercoledì 24 Aprile 2024

"Incubo chiusure improvvise Il governo deve escluderle"

Migration

di Achille Perego

La ripresa dei contagi rischia di avere un effetto freezer sulle partenze. La pandemia tornerà a rovinare il Natale del turismo?

"Quindici giorni fa registravamo il tutto esaurito per la montagna e ancora oggi non ci risulta una valanga di disdette – risponde Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi – . Resta un’aspettativa buona per gli alberghi, percepiti come luoghi sicuri, sulla falsariga di questa estate, con gli italiani che restano nel Belpaese e gli arrivi dai Paesi europei di prossimità. E anche, si spera, con le prenotazioni a ridosso delle festività, per le città d’arte che sono però ancora molto lontane dal periodo pre Covid, basti pensare che a Roma su 1.200 strutture 400 sono chiuse".

Queste aspettative potrebbero cambiare nei prossimi giorni?

"La preoccupazione c’è. Il pericolo maggiore è che fra le persone torni la paura, psicologicamente la peggiore nemica del turismo".

Quindi?

"Non vorremmo si ripetesse quel che è successo l’anno scorso con gli italiani con la valigia in mano che dalla sera alla mattina si sono ritrovati gli impianti sciistici chiusi. Così si mettono a rischio migliaia di posti di lavoro e la sopravvivenza stessa delle imprese".

In questo caso?

"Tenendo conto della flessibilità delle cancellazioni, a ridosso delle partenze assisteremmo a una valanga di disdette".

Come evitare questo pericolo?

"Con regole severe e le più chiare possibili evitando sia di perdere tempo nel deciderle sia di creare confusione". Serve un Green pass rafforzato?

"So che quella di far sciare chi è vaccinato e tenere a casa i no vax può essere considerato non politicamente corretto. Ma in emergenza si possono adottare soluzioni che limitino la libertà di spostamento. Come tenere aperti gli impianti a ogni costo, quindi solo per i vaccinati".

In Austria hanno fatto ancora di più: vaccinazione obbligatoria.

"Ormai è evidente, l’unica strada per uscire dalla pandemia sono i vaccini. Se necessario, non escluderei l’obbligo".

Spetta al governo decidere.

"Deve farlo in fretta per evitare l’incertezza. Altrimenti rischiamo di disperdere la reputazione che l’Italia ha conquistato in questi mesi, dallo sport alla musica alla stessa premiership di Draghi. Reputazione che fa bene anche alle imprese del turismo che oggi si trovano a fare i conti con il fortissimo aumento delle bollette energetiche che ormai, dopo il personale, rappresentano la seconda voce di costo".