Giovedì 25 Aprile 2024

Incubo atomico Biden evoca l’Armageddon Ma vuole trattare

Il presidente americano: "Siamo di fronte a una minaccia nucleare". Poi la Casa Bianca lo corregge. Blinken apre ai negoziati con Putin

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di Alessandro Farruggia

"Fidatevi, lo conosco bene. Putin non scherza quando parla del possibile uso di armi nucleari. Per la prima volta dalla crisi dei missili di Cuba del 1962 c’è la minaccia di una armageddon nucleare". Le parole fuori dai denti pronunciate da Joe Biden ad un evento di raccolta fondi per il Partito Democratico – contesto informale – sono pur sempre le parole dell’uomo più potente del mondo, e mentre sorprendono Amministrazione e agenzie di intelligence, obbligano la Casa Bianca (ancora una volta) a precisare le parole del presidente. "Non abbiamo indicazioni – chiarisce la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre a bordo dell’Air Force One che sta portando il presidente Joe Biden in Maryland – che la Russia si stia preparando ad usare l’arma nucleare e quindi non cambia la postura nucleare americana. Ma la retorica di Putin è da irresponsabili e rischia di creare un’escalation".

Quella di Biden non è però probabilmente una gaffe ma un modo per mandare un messaggio a Putin (ti prendiamo sul serio) e soprattutto a Zelensky (è ora di inziare a porsi il problema di trattare perchè Putin è pericoloso). Non a caso il segretario di Stato, Antony Blinken, da Lima, fa sapere che "quando la Russia dimostrerà di essere seriamente intenzionata a impegnarsi per risolvere la cosa con la diplomazia, noi saremo pronti, saremo lì. Ma ogni segnale per ora punta nella direzione opposta". Potrebbe cambiare qualcosa un eventuale incontro al G20 in Indonesia del 15 novembre, incontro che Biden ("resta da vedere") non ha escluso? Chissà. Diciamo che se incontro sarà, allora i contatti sotterranei e informali tra le due diplomazie avranno prodotto qualcosa.

Biden – considerata anche la notizia fatta filtrare al New York Times: le agenzie di intelligence ritengono che l’attentato a Dugin, che ne uccise la figlia, sia opera degli ucraini– manda al presidente ucraino (il cui suggerimento agli americani ad uno “strike nucleare“ preventivo ha irritato l’amministrazione Biden) il segnale che la soluzione non potrà essere solo militare ma anche diplomatica. E per il semplice motivo che l’avversario ha un poderoso arsenale nucleare e potrebbe avere poche remore a usarlo, se messo alle strette. Sano realismo per evitare di cadere dalla padella ucraina nella brace radioattiva.

"Putin – ha detto Biden – non scherza quando parla del possibile uso di armi nucleari, chimiche o biologiche, perchè le sue forze armate stanno performando molto male. Ora, non esiste usare una arma tattica nucleare senza finire in un armageddon, e per la prima volta dalla crisi dei missili di Cuba, per colpa di una persona che io conoscvo abbastanza bene, ci ho passato un pò di tempo assieme, siamo vicini a quel punto: vi dico che c’è la minaccia dell’uso dell’arma nucleare". "Stiamo cercando di capire – ha aggiunto – quale sia la via d’uscita di Putin. Dove può trovare una via d’uscita". E questo è precisamente il dibattito in corso in seno all’amminstrazione Biden: fino a che punto lasciare campo libero alla riconquista ucraina senza correre il rischio di mettere all’angolo Putin e spingerlo ad usare l’arma tattica nucleare. Un gesto che avrebbe anche una valenza strategica e che innescerebbe una escalation dai limiti imponderabili. Questo, Biden non lo vuole, e mentre avverte Putin che, nel caso, ci sarebbe una significativa risposta convenzionale americana, sta valutando quale via d’uscita consentire a Putin.

Una cosa pare certa, a meno di un collasso totale delle forze russe, a Washington si ritiene che la linea del Piave di Putin siano la Crimea e l’ingresso di Kiev nella Nato: per evitare queste due eventualità lo zar è pronto ad usare l’atomica. E partendo da ciò si sta valutando come garantire che questa linea non sia superata, sia pure in un contesto di sostanziale (e auspicata) dura sconfitta russa. Trasformarla in una umiliante disfatta rischierebbe infatti di provocare la caduta di Putin a favore di un leader ancora più nazionalista e radicale, e ancora più pronto ad usare la sola vera e temibile risorsa militare che la Russia ha: le armi nucleari.