Venerdì 19 Aprile 2024

Incriminare Trump? Un assist ai Repubblicani pronti a rottamarlo

di Cesare De Carlo

Insurrezione, cospirazione, sovvertimento delle istituzioni. Basta così? No, le colpe attribuite all’ex presidente repubblicano Donald Trump dal Congresso democratico si allargano all’ostruzione dello stesso Congresso, alle false dichiarazioni ai National Archives, ai tentativi di frodare l’Unione.

CONTESTAZIONE ELETTORALE

I fatti per i quali è nei guai risalgono al 6 gennaio 2021. Le elezioni per la presidenza si erano tenute due mesi prima, il 3 novembre 2020, e Trump apparentemente le aveva perse. Apparentemente, perchè gli scrutini in diversi Stati si erano svolti in una cornice di grande confusione e contestazione (il sistema elettorale americano non è il migliore dell’Occidente). E infatti sino alla mezzanotte Trump sembrava avviato verso un secondo mandato. Poi nelle prime ore dell’alba la situazione si rovesciò in Stati chiave come Michigan, Wisconsin, Pennsylvania governati dai democratici. In vantaggio si ritrovò Joe Biden. Ovvia la rabbia dello sconfitto. Il quale – questo il punto – per il 6 gennaio 2021 chiamò i propri sostenitori a manifestare davanti al Congresso che allora era tutto democratico, Camera e Senato.

ASSALTO COME NEL 1814

Si sa cosa accadde. La manifestazione degenerò. Venne assaltato il Capitol Hill, il Campidoglio, il sancta sanctorum della più celebrata democrazia (nacque tredici anni prima della Rivoluzione francese, quando l’Europa era in pieno assolutismo monarchico). Il Congresso fu devastato. Morti e feriti. Mai vista una cosa del genere dal 1814 in poi quando Congresso e Casa Bianca furono incendiati dagli inglesi. Re Giorgio non si rassegnava alla perdita della colonia. Quale fu il ruolo di Trump? Nel trasmettere la ricostruzione degli eventi al Dipartimento della Giustizia, che deciderà sul rinvio a giudizio, i democratici parlano di "aiuto e conforto". Trump avrebbe incoraggiato l’assalto. Ma non ci sono prove.

RESPONSABILITÀ POLITICA

Tuttavia nemmeno se n’è distanziato e tanto meno ha calmato i suoi partigiani. Grave responsabilità. Politica più che penale. E anche storica, perchè in quattro ore ha compromesso il bilancio di quattro anni di presidenza. È interessante notare come le conclusioni del Congresso non abbiano suscitato alcuna solidarietà nel partito repubblicano. Non a caso.

Il partito non ama l’ex presidente. Anzi. Nelle elezioni di medio termine i suoi candidati sono stati trombati. Nelle presidenziali del 2024 il favorito alla nomination repubblicana è Ron Desantis, italo-americano governatore della Florida. Grande riserbo anche fra i democratici. L’incriminazione dipende dal Dipartimento della Giustizia e non è detto che arrivi.

Altro paradosso. Trump è l’unico candidato repubblicano contro il quale il tremebondo Biden potrebbe rivincere.

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