Mercoledì 24 Aprile 2024

Incinta e non vaccinata Lei muore, bimbo salvo

Roma, la 28enne positiva al Covid aveva partorito una decina di giorni fa. La Regione Lazio alle donne in gravidanza: fate la profilassi, non rischiate

Hanno salvato il bimbo, fatto partorire prima del tempo, ma non sono riusciti a salvare la madre, una ragazza di 28 anni positiva al Covid e non vaccinata. La donna è morta la notte tra il 20 e 21 gennaio al Policlinico Umberto I di Roma per le conseguenze di una polmonite bilaterale da Coronavirus: una settimana prima, il 13 gennaio, aveva partorito un bimbo che ora è in condizioni stabili e non in pericolo di vita.

La 28enne era ricoverata dal 7 gennaio ma i primi sintomi del Covid li aveva avuti il 29 dicembre. Solo quando ha avuto difficoltà respiratorie si è reso necessario il ricovero in ospedale dove è arrivata alla 31esima settimana di gravidanza. All’ingresso l’ecografia polmonare evidenziava una importante polmonite bilaterale dovuta al Covid confermata da test molecolare. Le condizioni cliniche della donna, spiegano dall’ospedale romano, "dimostravano una grave insufficienza respiratoria tanto da essere subito ricoverata in reparto Covid e sottoposta a terapia con casco con il 100% di ossigeno". Le condizioni si sono poi aggravate tanto da richiedere il trasferimento in area sub-intensiva a gestione rianimatoria. Il monitoraggio continuo non dimostrava condizioni patologiche fetali. Ma il 13 gennaio, quando si è registrato un repentino e drastico peggioramento delle condizioni della donna, si è deciso di sottoporla a parto cesareo d’urgenza e al successivo trasferimento in Terapia intensiva Covid per essere ventilata meccanicamente.

Il bambino nato di 1,800 chili è stato ricoverato in Terapia intensiva neonatale e, dopo una iniziale difficoltà respiratoria, è ora in condizioni cliniche buone e non necessita di supporto ventilatorio. La madre, invece, è andata via via peggiorando. Il 15 gennaio vista la recrudescenza dell’insufficienza respiratoria è stato deciso l’avvio dell’ossigenazione extracorporea. Nei giorni seguenti non si è assistito a nessun miglioramento e si è arrivati alla morte. "Il decesso è un campanello di allarme – spiega l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato –. È importante, come consigliano le società scientifiche, vaccinarsi anche in gravidanza per non rischiare".