Verbania, 17 aprile 2025 – L'incidente alla funivia del monte Faito – dove sono morte quattro persone, tra cui il macchinista Carmine Parlato, e una donna è ricoverata in condizioni gravissime – ricorda quello della linea Mottarone, che collegava Stresa con l'omonima montagna a picco sulla sponda piemontese del lago Maggiore.
Era il 23 maggio di quattro anni fa, la prima domenica della ripartenza dopo le restrizioni per il Covid. La fune traente dell'impianto si ruppe, facendo precipitare la cabina numero 3. Tredici persone morirono sul colpo, tra cui un bimbo di due anni e uno di nove. Un altro bambino il piccolo Eitan di cinque anni, rimase ferito in modo grave.

Cinque persone rinviate a giudizio
Per l'incidente, lo scorso 21 marzo la procura di Verbania ha chiuso per la seconda volta le indagini, dopo un braccio di ferro tra la stessa procura e il gup sui capi d'imputazione, chiedendo il rinvio a giudizio di cinque indagati, tra cui il titolare della società Ferrovie del Mottarone che gestiva l'impianto, Luigi Nerini, il direttore d'esercizio Enrico Perocchio e il caposervizio Gabriele Tadini.
Disastro colposo, omicidio plurimo colposo, attentato alla sicurezza dei trasporti e attentato alla sicurezza dei trasporti con disastro: sono soltanto alcune delle accuse nei loro confronti.
Cosa è emerso dalle indagini
Dalle indagini è emerso che la fune si spezzò a causa del degrado, causato dalla cattiva manutenzione, e che il freno di emergenza non si attivò perché bloccato con dei "forchettoni". Un escamotage adottato perché il sistema frenante non funzionava bene e faceva spesso fermare la funivia durante il percorso.
Funivia del Faito: i precedenti
Ma la storia della funivia del Faito non è nuova a tragici incidenti. Il più grave risale al Ferragosto del 1960 quando, a causa di un errore umano, una delle cabine giunse a valle senza riuscire a frenare la sua corsa precipitando così sui binari sottostanti della linea ferroviaria Circumvesuviana: allora furono quattro i morti e 31 i viaggiatori che rimasero feriti.
Le tragedie del Cermis e di Champoluc
In Italia si ricordano anche altre tragedie analoghe a quella del Faito e del Mottarone. Nel marzo 1976 precipitò una cabina della funivia del Cermis, causando 42 morti. Sullo stesso impianto, nel febbraio 1998 morirono 20 persone a causa di un cavo tranciato da un aereo militare statunitense.
Nel 1983 a Champoluc, in Valle d'Aosta, precipitarono tre cabine dell'ovovia che porta al Crest. I morti furono undici.
Austria: 155 morti sulla linea del ghiacciaio Kitzsteinhor
Negli ultimi quarant'anni il più grave incidente per numero di morti in una funicolare, ben 155 le vittime, si è registrato in Austria l'11 novembre 2000, quando un incendiò divampò su un trenino che saliva attraverso una galleria dal paese turistico di Kaprun al ghiacciaio del Kitzsteinhor