Sabato 12 Luglio 2025
RITA BARTOLOMEI
Inchieste

Telemarketing, lo scudo. Delibera dell’Agcom (in due tempi). Da agosto primo blocco sui numeri fasulli

Fenomeno spoofing, stop per cellulari da novembre. L’avvocato Bertucci (Aduc): “Ma l’intervento non sarà risolutivo”. La contraddizione del doppio registro: call center impuniti, aziende serie vessate dal regolamento europeo sulla protezione dei dati (Gdpr)

Telemarketing, lo scudo. Delibera dell’Agcom (in due tempi). Da agosto primo blocco sui numeri fasulli

Roma, 29 giugno 2025 – Il telemarketing selvaggio ci assedia, danneggia i call center legali e provoca vittime tra le stesse società di energia e gas. Perché, alla fine, s’intreccia con truffe telefoniche e ‘furto’ di clienti, nel sottobosco dei subappalti. Stride una contraddizione: da una parte la persecuzione di tutti noi, che pare indisturbata; dall’altra la severità del Regolamento europeo GDPR, sulla protezione dei dati personali. In altre parole: a un’azienda basta mandare una mail per rischiare multe salatissime. Mentre il telestalking non ci dà tregua.

Sono 10mila le segnalazioni arrivate sul portale anti truffa di Arte, l'associazione di reseller e trader dell'energia
Sono 10mila le segnalazioni arrivate sul portale anti truffa di Arte, l'associazione di reseller e trader dell'energia

Il doppio registro

Ruben Razzante, professore di diritto della comunicazione per le imprese e i media alla Cattolica di Milano: come si sana questo doppio registro? “Non credo che la colpa sia del Regolamento - è l’analisi del docente, che insegna anche diritto europeo dell’informazione -. La legge si limita a tutelare la privacy. Piuttosto, occorre trovare strumenti efficaci contro il telemarketing selvaggio, per rendere più facilmente perseguibile questo reato di trattamento illecito di dati personali, rafforzando gli accorgimenti tecnologici per poter fronteggiare l’emergenza”.

Magari, suggerisce il docente, “mettendo le autorità dei vari Stati in condizione di condividere più facilmente le informazioni sui call center. Perché sia più efficace anche il tema della territorialità, della localizzazione e della perseguibilità di un reato che viene commesso all’estero. Vedo più una falla nel meccanismo di contrasto e perseguibilità del reato che non una inadeguatezza del Regolamento”.

A questo link tutte le info su Agcom

L’indagine di Arte

In attesa del filtro anti spoofing, addentriamoci nella fotografia che ci restituisce l’ultimo studio di Arte, Associazione di reseller e trader dell’energia, 187 operatori che vendono sul mercato libero con un fatturato di 8,5 miliardi e 2 milioni e mezzo di clienti. Il report deve preoccupare tutti noi. Perché dimostra che perdiamo tempo e soldi. Diego Pellegrino, socio fondatore e portavoce dell’associazione, parte dalle 10mila segnalazioni arrivate in un anno al portale anti truffa. Denuncia: “Il consumatore viene agganciato con una scusa. Di solito la presentazione suona più o meno così: siamo il tuo fornitore, c’è stato un aumento nelle tariffe. Per farti risparmiare, ti dobbiamo spostare da un’altra parte”. Di norma, viene aggiunto anche l’ingrediente ansiogeno, instillando l’idea “che il destinatario della chiamata se non fa quel che gli viene chiesto, potrebbe rimanere senza luce o senza gas”.

Il grande inganno

L’inganno si consuma partendo sempre dalla stessa base, lo spoofing, “la chiamata può arrivare anche dall’estero ma a noi risultano numeri nazionali”. E qui scatta il primo consiglio: “Prendete tempo, chiedete di essere ricontattati. Mettete giù, provate a richiamare quel numero. Se risulta inesistente e vi risponde un inequivocabile tu-tu-tu, avete la prova della truffa”.

Ma lo spoofing ha i giorni contati?

Emmanuela Bertucci, avvocato di Aduc, l’Associazione per i diritti di utenti e consumatori, punta su due novità che promettono di migliorarci la vita, mentre in Parlamento continua l’esame dei disegni di legge riunificati per mettere un freno al telemarketing selvaggio. Riassume: “Una delibera dell’Agcom (Autorità delle comunicazioni, ndr) impone un doppio filtro. Il primo dovrebbe entrare in vigore ad agosto e serve a bloccare le chiamate che provengono dall’estero e appaiono con numero italiano. Sistema usato di solito dai nostri call center che chiamano tramite internet estero, simulando il numero nazionale. Possibilità che dovrebbe essere impedita, grazie a questo filtro tecnico. Il secondo scattarà da novembre, quando dovrebbero essere bloccate le chiamate provenienti da finti numeri di cellulari italiani”. Ma cosa dobbiamo aspettarci? “Sicuramente qualche impatto ci sarà, qualcosa sarà modificato e forse qualcosa diminuirà, perché sono un’inguaribile ottimista. Ma l’intervento non sarà risolutivo. Obiettivo difficile da ottenere in questo settore, a meno che non si usi l’accetta. La mia prima riflessione quando ho letto la delibera è stata: verrà fuori un nuovo meccanismo che sarà utilizzato per ottenere lo stesso effetto in modo diverso. Il giudizio ce lo darà il tempo”.

Le stime sui soldi che perdiamo

Ma possiamo calcolare i soldi che ci fanno perdere i contratti capestro? Pellegrino ha elaborato “una stima annua per un’utenza domestica. La cifra si assesta sui 150-200 euro in più, almeno. Questa è la media, si può arrivare anche a 300-400 euro. Ricordo che stiamo parlando solo di energia elettrica e gas. Abbiamo verificato direttamente i valori. Telefoni a un cliente che se ne è andato, gli chiedi, dove abbiamo sbagliato? Ti senti rispondere: perché me lo chiedete, io non ho fatto niente. Poi quella persona si ricorda: ah sì è vero, tre mesi fa mi avevate chiamato dicendo che c’era un problema e che mi appoggiavate temporaneamente su un altro fornitore... A quel punto gli spieghiamo che invece è stato truffato. In quei casi riusciamo ad avere la fattura, vediamo la tariffa”.

Le richieste alla politica

Assieme ai numeri e all’analisi del problema, Arte ha presentato anche una serie di richieste alla politica. “Intanto questi dati vengono rubati, da qualche parte – è il ragionamento di Pellegrino -. I reati che abbiamo identificato sono almeno tre: sostituzione di persona, truffa e violazione della privacy. Chiediamo quindi che siano inasprite le pene per il furto dei dati e per chi usa quelle informazioni in maniera truffaldina. Ma serve anche una vera campagna informativa per i cittadini”.