Sabato 12 Luglio 2025
RITA BARTOLOMEI
Inchieste

Mostro di Modena, l’avvocato: “La verità oltre il mito. Riaprite le indagini su Anna Maria Palermo”

La 21enne venne ritrovata cadavere in un canale di Corlo il 26 gennaio 1994. Delitto rimasto insoluto come tutti gli altri (almeno 7) attribuiti al misterioso serial killer. La legale della famiglia presenterà un’istanza: “La morte della ragazza non si spiega con un assassino seriale, bisogna ripartire dai reperti e dalla ferocia del delitto”

Il ritrovamento del corpo di Anna Maria Palermo

Il ritrovamento del corpo di Anna Maria Palermo

Modena, 21 giugno 2025 – La mano del “mostro di Modena” - mai identificato - o piuttosto la ferocia di qualcuno che conosceva bene e voleva punirla? Punta a far riaprire il caso e riparte da qui, dalle domande e dai dubbi, l’avvocato Barbara Iannuccelli. Assiste la famiglia di Anna Maria Palermo, uccisa a 21 anni e ritrovata cadavere il 24 gennaio 1994 in un canale di Corlo, nel Modenese, la penultima di otto vittime in dieci anni, dal 1985, anche se qualcuno ne attribuisce almeno dieci a questo misterioso serial killer mai scoperto. Ma c’è anche chi pensa che il mostro non sia mai esistito.

L'avvocato Barbara Iannuccelli punta a far riaprire le indagini sull'omicidio di Anna Maria Palermo: non crede alla pista del mostro di Modena
L'avvocato Barbara Iannuccelli punta a far riaprire le indagini sull'omicidio di Anna Maria Palermo: non crede alla pista del mostro di Modena

“Nessun effetto Garlasco”

L’avvocato Iannuccelli ha costituito un team tecnico. Ne fanno parte il professor Armando Palmegiani, la professoressa Valentina Marsella, la genetista Marina Baldi. Nessuna certezza, sottolinea, che per quest’omicidio si tratti di un assassino seriale. “Effetto Garlasco? Non ci appartiene, ci sganciamo. Studiamo gli atti da due anni, l’approccio è quello classico di avvocati che approfondiscono le carte. Per noi è come se l’omicidio fosse accaduto ieri”.

Quelle tre pagine di reperti

Il legale riparte da tre pagine di reperti. “Con la tecnica dell’epoca - spiega Iannuccelli – in due siringhe furono individuati altrettanti tipi di sangue, nessuno apparteneva ad Anna Maria”. Ancora: “Su un fazzolettino c’erano segni di rossetto diverso da quello che usava lei. E siamo partiti proprio da qui. Perché siamo arrivati a questo punto ma poi non è stato fatto alcun confronto. E questo è davvero incredibile”.

Anna Maria Palermo, uccisa a 21 anni nel Modenese: il suo corpo venne ritrovato in un canale il 26 gennaio 1994
Anna Maria Palermo, uccisa a 21 anni nel Modenese: il suo corpo venne ritrovato in un canale il 26 gennaio 1994

Le tracce sul corpo di Anna Maria

Ma come si fa dopo oltre 30 anni a ritrovare un bandolo? Ripartendo, ad esempio, dal corpo di Anna Maria. “Alla fine il medico legale individua lividi di afferramento sugli avambracci e coltellate in pieno petto. Quindi non può essere stata una persona sola, ad agire. Dovevano essere almeno in due, una la teneva e l’altra la accoltellava”. E poi ci sono le pietre, “un sasso imbrattato del sangue di Anna Maria da una parte e pulito dall’altra. Avrebbe dovuto riprodurre le impronte digitali di chi lo teneva in mano. Ma neanche questo tipo di analisi è stato fatto. Ancora: c’è uno scontrino del 24 gennaio, si riferisce a un acquisto in farmacia. Infine, la borsetta”.

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“Il mito del mostro di Modena”

“La ricostruzione giornalistica, che è passata attraverso la creazione del mito del mostro di Modena, in verità è abbastanza discostante da quel che abbiamo trovato negli atti”, ragiona il legale, tra i cold case di cui si è occupata c’è anche la scomparsa di Cristina Golinucci, a Cesena, un mistero che dura dal 1 settembre 1992, un corpo mai ritrovato. “Parlare e scrivere di un “mostro di Modena” probabilmente ha creato attenzione su ragazze che rischiavano di essere considerate di serie b – è l’analisi dell’avvocato Iannuccelli -. Ma, a leggere bene le carte, si scopre che la situazione sentimentale di Anna Maria era piuttosto turbolenta".

La ferocia di chi ha ucciso

"La cosa incredibile – prosegue nel ragionamento –  è che il corpo, dopo il sasso in testa e le coltellate, è stato ritrovato in 10 centimetri d’acqua con una pietra al collo, proprio a voler essere certi che potesse affogare, anche se le fosse rimasto un ultimo respiro. Questa ferocia, a mio parere, non c’entra nulla con un serial killer. Si diceva, questo assassino va in giro ad uccidere ragazze fragili, prostitute o tossicodipendenti, quasi a voler purgare il mondo da questo male. Noi non riteniamo che nel caso di Anna Maria sia accaduto questo”.

Il grande dispiacere

“Nessuna cosa è stata analizzata e nessuna comparazione è stata fatta - conclude l’avvocato nella sua analisi -. Questo alla fine è un grande dispiacere. Ci sono i verbali, ci sono le dichiarazioni. Chiunque avrebbe potuto rendersi conto di questa situazione turbolenta. Invece non è accaduto. Mi chiedo: la lacuna è dovuta a noncuranza o piuttosto si spiega con il fatto che tutti, a un certo punto, erano alla ricerca di questo mostro di Modena, di elementi di verosimiglianza tra i diversi casi e nessuno è andato fino in fondo?”.

“Così punto alla riapertura del caso”

L’avvocato ricorda che l’omicidio nel nostro sistema “è l’unico reato che non si prescrive. La riapertura di un caso è obbligatoria se dimostro che con le tecniche moderne questi reperti possono essere usati e comparati con i dati biologici di chi è entrato nelle indagini ma poi non è stato attenzionato a dovere. L’unica cosa di cui abbiamo paura è la modalità di conservazione dei reperti stessi”. Intanto il team di professionisti lavora agli ultimi dettagli dell’istanza, che sarà presentata a breve. “Poi vedremo i tempi del gip”.

I mostri in Italia

I ‘mostri’ - chiamati così anche se mai scoperti, - hanno affollato le cronache italiane a partire da quello di Firenze, sicuramente il caso più noto. Ma anche Udine e Barbagli. Luoghi geografici che sono diventati titoli di giornale, per anni. Qualche volta, come nel caso di Modena, continuano a non avere un volto. E restano un rebus. Per sempre?