
Malaria: nel 2023 in Italia si sono registrati poco meno di 800 casi, tutti d’importazione. Nello stesso anno, secondo l’Oms, i malati nel mondo sono stati 263 milioni e poco meno di 600mila è il numero stimato dei decessi
Roma, 18 maggio 2025 – Brusca accelerata sull’autostrada delle malattie infettive. Dal morbillo alla malaria, sono tornati a preoccuparci mali che pensavamo debellati, scenari che volevamo relegati ad epoche passate. Gli esperti puntano il dito sul calo delle vaccinazioni – l’immunità di gregge viene ormai considerata una chimera –, cambiamento climatico e specie aliene invasive fanno la loro parte. Ma quali sono le prospettive?

Malaria, Dengue e zanzare
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo puntare l’attenzione su un insetto quasi invisibile ma letale. Il più pericoloso al mondo, ripetono gli scienziati: la zanzara. L’anno scorso in Puglia, dopo mezzo secolo, è stata scovata l’Anopheles sacharovi, specie competente per la trasmissione della malaria, malattia che l’Italia ha sconfitto nel 1970. Ma quel flagello può tornare? Per l’Amcli – Associazione microbiologi clinici italiani – la prospettiva è “improbabile”. Esiste invece un rischio concreto di “sporadici focolai epidemici”, ad esempio in alcune aree d’Europa (il pericolo vale anche per la Dengue, come ha dimostrato la scorsa estate quel che è successo a Fano, nelle Marche).
Nel nostro Paese due anni fa la malaria, secondo l’Oms fra le tre malattie più diffuse al mondo, ha registrato poco meno di 800 casi, classificati tutti come d’importazione.
Le parole di Massimo Andreoni
Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit - la Società italiana di malattie infettive e tropicali -, mette in evidenza: “Il rischio in Italia è relativo. Naturalmente chi arriva da noi per lavoro o nel flusso dell’immigrazione e proviene da paesi dove questa malattia è endemica, è un portatore potenziale. L’Anopheles labranchiae, ormai presente da tantissimi anni in Italia, ha la potenzialità di trasmettere la malaria anche se non è così competente. Quindi se arrivassero molte persone infette, questa zanzara potrebbe essere veicolo d’infezione. Ma sicuramente sarebbe più pericoloso ancora l’ingresso in Italia di altre specie di Anopheles, più capaci di trasmettere la malaria. Sicuramente la situazione è da tenere sotto controllo e provoca grande preoccupazione, anche per i cambiamenti climatici. Che portano tutti i guai che conosciamo e anche i vettori, insetti in grado di trasmettere malattie, specie aliene come la zanzara tigre o Aedes albopictus, arrivata in Italia più di trent’anni fa e competente per la Dengue. Tutti questi fattori possono essere all’origine della ricomparsa di malattie che pensavamo ormai eliminate dal nostro paese. Unico aspetto positivo: anche per la malaria cominciano ad affacciarsi i vaccini, con un discreto grado di capacità”.
Il ritorno del morbillo (anche in Italia)
E quella, ribadisce Andreoni, è anche “l’arma vincente contro il morbillo -. Secondo l’Oms abbiamo la possibilità di eradicarlo in tutto il mondo. Ma solo passando dalla strada dell’immunizzazione”. Tre morti e mille casi ormai superati tra gennaio e i primi di maggio negli Stati Uniti (e fino al 18 aprile erano oltre 2.300 i malati nelle Americhe). Ma la notizia è che quella soglia psicologica è stata oltrepassata anche da noi, 1.097 i contagi tra febbraio 2025 e gennaio, ci svela l’ultimo report dell’Ecdc. Italia seconda dopo la Romania per numero di malati in Europa, il Continente che ha visto esplodere i casi, nel 2023 erano dieci volte meno.
Morbillo, quali sono i rischi per gli adulti
Secondo il direttore scientifico Simit il vero problema in Italia è rappresentato dal richiamo, “la seconda dose è indispensabile quanto la prima ma scendiamo in modo preoccupante di quasi 10 punti. Per questo stiamo vedendo che tanti casi di morbillo riguardano anche giovani adulti, voglio dire 20-25enni. Ricordiamoci sempre che questa è una delle malattie più contagiose in assoluto. Vorrei ricordare un numero: nel 2017 per la prima volta nel mondo abbiamo contato meno di 100mila morti. Dove circola, provoca tante vittime. Viene ritenuta banale, si dice, ’tutt’al più si farà un leggero morbillo...’. Ma questo è vero fino a un certo punto. Spesso muoiono bimbi piccoli che per il resto sono perfettamente sani”.

Morbillo (ma anche Papilloma virus)
Ma che cosa si rischia da piccoli se il morbillo torna endemico, anche in Italia? Rino Agostiniani, presidente della Società italiana di pediatria (Sip) e direttore dell’Area pediatria e neonatologia dell’Azienda USL Toscana Centro, allarga il ragionamento. Perché “quella è la punta dell’iceberg, amplierei il discorso, insisterei sull’importanza delle vaccinazioni come strumenti di prevenzione anche di altre patologie importanti. Faccio due nomi, meningococco e Papilloma virus, le coperture vaccinali sono più basse, rispetto al morbillo. Eppure si parla poco, ad esempio, di quel che il Papilloma può provocare sulle ragazze e sui ragazzi, quando diventeranno adulti. Cioè forme infettive croniche - la più tipica a livello di collo dell’utero ma anche dell’orofaringe -, che sono precursori di patologie oncologiche. Per questo bisognerebbe fare un discorso complessivo sull’importanza di avere strumenti di prevenzione come le vaccinazioni e sulla necessità di sfruttarle nel modo più opportuno”. Tornando al morbillo, per il presidente dei pediatri “proprio il successo dei vaccini rappresenta anche il motivo della loro perdita di feeling con la popolazione. Sicuramente non abbiamo più la percezione della gravità della malattia. Che invece è estremamente disturbante per tutti. In alcuni bambini e adulti può manifestarsi in modo molto grave. Le complicanze che ci spaventano di più sono quelle neurologiche. In alcuni casi il morbillo può portare anche alla morte”.
