Lunedì 14 Luglio 2025
RITA BARTOLOMEI
Inchieste

Da via Poma all’Olgiata, la genetista dei cold case. “Quando ho pensato, questo giallo non si risolve”

Marina Baldi, scienziata: dal caso Resinovich al giallo di Pierina Paganelli fino al ‘mostro di Modena’, mai identificato. Ha fatto analisi anche per l’omicidio Pasolini. "Effetto Garlasco sulla riapertura delle indagini? Per me esiste su quelli che si dichiarano innocenti e non lo sono"

Per la genetista Marina Baldi "bisogna sempre ricordarsi che per 10 casi famosi per gli errori ce ne sono 10mila risulti subito"

Per la genetista Marina Baldi "bisogna sempre ricordarsi che per 10 casi famosi per gli errori ce ne sono 10mila risulti subito"

Roma, 21 giugno 2025 – Marina Baldi, genetista, dal caso Resinovich al giallo di Pierina Paganelli fino al ‘mostro di Modena’, mai identificato. Una carriera iniziata nel 1983, con la genetica medica. Si occupa di malattie ereditarie e problemi riproduttivi nel suo laboratorio di biologia molecolare. Ma non è per questo che il suo volto è diventato familiare per i telespettatori, ad esempio di ‘Chi l’ha visto?’. Piuttosto è perché Marina Baldi un giorno ha deciso di fare il grande salto e di entrare nella scena del crimine. Da molti anni, la scienziata si occupa dei casi di cronaca più controversi, “perché il fascino dell'indagine colpisce tutti, anche gli addetti ai lavori", spiega al telefono a Quotidiano.net. Nessun atteggiamento da personaggio, movenze da ‘signora in giallo’. Si fa ascoltare per i contenuti, senza effetti speciali.

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Nel curriculum scientifico le mancano i serial killer.

"Penso che a volte anche solo parlare tanto di certi argomenti potrebbe non essere salutare per la mente di persone un po' ai limiti. Oggi si va in giro con il coltello a 14 anni".

Marina Baldi, genetista, si è occupata di grandi fatti di cronaca, da via Poma al delitto dell'Olgiata al caso Resinovich
Marina Baldi, genetista, si è occupata di grandi fatti di cronaca, da via Poma al delitto dell'Olgiata al caso Resinovich

Da scienziata, qual è l’errore più comune che ha trovato nelle indagini?

"La sottovalutazione di alcune tracce. Ma poi bisogna sempre ricordarsi che per 10 casi famosi a causa di errori commessi ce ne sono altri 10mila risolti subito. Però quelli non interessano a nessuno".

La scienza da sola può arrivare a individuare un colpevole?

"No, sono assolutamente necessarie anche le indagini investigative tradizionali. La prova tecnica da sola non significa nulla, se non è inserita nelle investigazioni".

Quella volta che ha pensato: questo caso non si risolve?

"Per via Poma, l'omicidio Cesaroni. Temo che rimarrà un mistero per sempre, con grande dispiacere per Simonetta e per i genitori. Perché è avvenuto in epoca pre Dna e non sono state prese alcune precauzioni, tante cose non si conoscevano. Questo è un po' il vulnus. Quando poi vai a riaprire il caso, magari i reperti non sono stati conservati in modo corretto. E non puoi ottenere dati in più”.

Quindi, non esiste a priori la certezza di arrivare a una soluzione.

“No, mai. Perché come aumentano i mezzi tecnologici degli inquirenti, aumentano anche quelli degli assassini. Che spesso usano guanti, coperture. Quindi la parte genetica viene molto penalizzata".

Un lavoro scientifico andato a buon fine, invece?

"Il delitto dell'Olgiata, l’omicidio della contessa Alberica Filo Della Torre, risolto dopo 30 anni. Ero la consulente della famiglia, abbiamo presentato delle controdeduzioni, è stata un'attività lunga. Le analisi hanno portato a trovare il Dna del maggiordomo, che era stato licenziato poco tempo prima".

Ha lavorato anche sulla morte di Pasolini.

"Mi è stata chiesta una valutazione sulla perizia del Ris. Erano stati fatti accertamenti su alcuni oggetti conservati al Museo di Criminologia, in via Giulia a Roma. Era stato trovato del Dna, io mi sono occupata di valutare i risultati ottenuti, cercando di capire se potevano essere interessanti dal punto di vista investigativo".

Quale era stata la sua conclusione?

"Che c'era qualcosa che si poteva assolutamente esaminare".

C'è ancora del mistero su quel delitto?

"Sì, qualcuno oggi potrebbe parlare".

Esiste un effetto Garlasco sulla riapertura delle indagini?

"Per me esiste un effetto Garlasco su quelli che si dichiarano innocenti".

La genetista può inchiodare l'assassino?

"Certo, ma solo se un Dna sta in un posto dove non deve stare. In quel caso assolutamente sì".