Venerdì 19 Aprile 2024

Franco Trinca, inchiesta sul biologo no vax morto. Nel mirino l'esenzione dal vaccino

Polmonite da Covid, l’accusa è omicidio colposo. La procura di Perugia: certificato giustificato o il siero poteva salvarlo?

Franco Trinca, biologo no vax di 69 anni, è morto il 4 febbraio a Città di Castello

Franco Trinca, biologo no vax di 69 anni, è morto il 4 febbraio a Città di Castello

La procura di Perugia ha aperto un fascicolo sulla morte del dottor Franco Trinca, biologo no vax, tra i coordinatori del movimento ’Uniti per la libera scelta’, che raccoglie diverse associazione contrarie al vaccino anti Covid. Ad annunciare l’indagine è lo stesso procuratore generale, Raffaele Cantone. L’ipotesi di reato su cui si muove l’indagine è omicidio colposo e il fascicolo sarebbe a carico di noti. Al centro degli accertamenti ci sarebbe l’esenzione dal vaccino del dottor Trinca, morto il 4 febbraio scorso all’ospedale di Città di Castello, dove era ricoverato per una polmonite bilaterale interstiziale provocata dal Covid. Il biologo no vax aveva rifiutato di essere intubato e trasferito in Terapia intensiva, sebbene i medici dell’ospedale umbro gli avessero spiegato che le conseguenze di una tale scelta avrebbero potuto essergli fatali.

La procura di Perugia ha disposto l’autopsia sul corpo del dottor Trinca. L’esame medico legale si è tenuto a Roma "al fine di verificare l’effettiva causa di morte", come spiega il procuratore generale Cantone. La procura precisa che il biologo "era risultato, da altre indagini in corso, destinatario di esenzione alla somministrazione del vaccino". Ed è proprio su questo che la procura di Perugia vuole vederci chiaro: "L’accertamento – spiega infatti il procuratore generale Raffaele Cantone – si è reso necessario per comprendere se le situazioni che avevano giustificato l’esenzione fossero effettive e, in caso contrario, se il decesso, eventualmente dipendente da Covid, potesse essere ricollegabile all’omessa somministrazione del vaccino".

Due giorni fa i carabinieri del Nas hanno acquisito diversa documentazione all’ospedale di Città di Castello, tra cui anche quella relativa al dottor Trinca. La procura di Perugia e i militari del Nucleo antisofisticazione e sanità stanno, infatti, conducendo un’indagine sul rilascio di certificazioni di esenzione dalla somministrazione del vaccino anti Covid. Nell’ambito di questa inchiesta sarebbero state acquisite anche le cartelle cliniche del dottor Franco Trinca. "Abbiamo offerto la massima collaborazione agli investigatori – spiega il direttore generale dell’ospedale di Città di Castello, Silvio Pasqui – e non è la prima volta che succede. Per il dottor Trinca siamo convinti di aver fatto tutto il possibile. Non abbiamo chiesto, dopo il decesso, nessun riscontro diagnostico perché per noi non ci sono dubbi che sia morto a causa del Covid. Non abbiamo avuto un rapporto conflittuale, né con lui né con la famiglia. Al dottor Trinca è stato permesso di continuare a prendere i suoi integratori – conclude il dottor Pasqui –. Resta il grande rammarico per la sua scelta di rifiutare la Terapia intensiva e per una vita che poteva essere salvata. Ogni paziente che muore è una sconfitta".