Giovedì 25 Aprile 2024

Stadio Roma, Bonafede scarica Raggi: ha scelto lei Lanzalone

La sindaca torna dai pm. Faro sulle consulenze dell'ex presidente dei Acea. Grillini sempre più divisi Di Maio: indagine grande equivoco. "Lanzalone voleva entrare in vicenda Atac"

Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, ospite a 'Otto e mezzo' (Imagoeconomica)

Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, ospite a 'Otto e mezzo' (Imagoeconomica)

Roma, 19 giugno 2018 - Il colpo di scena più pesante è atteso nei prossimi giorni, quando la Procura della Capitale depositerà un nuovo faldone di carte con dentro quei nomi di indagati che ancora restano celati (in tutto sono 27). Ma ieri il clima è tornato rovente intorno al Campidoglio perché i pm hanno voluto nuovamente sentire la sindaca di Roma, Virginia Raggi, su alcuni elementi emersi negli ultimi giorni e successivi all’audizione avvenuta venerdì scorso. In particolare, gli inquirenti, interrogando la sindaca per quasi un’ora, hanno cercato di fare maggior luce sul reale rapporto esistente tra il Comune di Roma e l’ormai ex presidente di Acea, l’avvocato Luca Lanzalone.

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C'è infatti, agli atti, un documento, datato 8 marzo 2017, allegato dai carabinieri alla relazione ‘Sistema Parnasi’. E che porta la firma della sindaca di Roma Capitale. «Incarico di collaborazione ad alto contenuto di professionalità e a titolo gratuito», si legge nella lettera indirizzata dalla Raggi al direttore delle risorse umane del Campidoglio. «L’ incarico – continua – sarà svolto da Lanzalone in piena autonomia, anche con l’eventuale supporto di collaboratori dello stesso, in ogni caso senza alcun costo». Non un euro avrebbe dovuto essere speso, né per lui e né per i suoi collaboratori. In realtà in qualche modo l’avvocato di Crema è stato ripagato dalla giunta grillina con il «premio al merito» della presidenza Acea (come sostenuto da Luigi Di Maio). Nemmeno un mese dopo la lettera della Raggi, Lanzalone viene infatti nominato presidente di Acea. Dopo di che, come riporta sempre l’informativa dei carabinieri, avrebbe puntato alla gestione del concordato sull’altra partecipata romana in grande crisi, ovvero l’Atac, con parcella stimata in 40 mila euro.

Un rapporto, insomma, quello tra Raggi e Lanzalone che seppur non così forte come quello esistente tra l’avvocato e il costruttore Luca Parnasi (che avrebbe offerto all’avvocato alcune consulenze), sarebbe stato comunque di così stretta collaborazione da farlo diventare «un soggetto indispensabile per realizzare i progetti» non solo del costruttore, ma anche della stessa sindaca di Roma.

In attesa di nuovi, possibili scossoni, giovedì comincerà il processo sempre a carico della Raggi, sulle nomine legate all’affaire Marra. Ieri proprio mentre la stessa Raggi parlava nuovamente con i pm, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, la scaricava pubblicamente in tv, negando di essere stato lui a portare Lanzalone in Campidoglio (come aveva detto la Raggi nel primo interrogatorio di venerdì scorso), ma anzi ributtando la palla nel campo, ormai minato, del Campidoglio: «Lanzalone – ha detto il ministro su La7– lo ha scelto la Raggi». Insomma, la resa dei conti dentro il Movimento sulla questione Roma è ormai matura.

Tant’è che anche lo stesso Di Maio, sempre più nel mirino della base che lo rimprovera di non ascoltare nessuno tranne il suo ‘cerchio magico’, si è detto amareggiato da tutta la vicenda: «Il primo scontento sono io; le tre volte al giorno – ha aggiunto il ministro in merito al numero di telefonate che Lanzalone diceva di fargli – è una cosa fuori dalla grazia di Dio. Ci sono stati periodi nei quali ci sentivamo spesso, come quando ha contribuito alla stesura del nostro nuovo statuto. Era una persona che aveva lavorato bene con noi a Livorno, e che poi la sindaca Raggi aveva individuato come presidente di Acea».