Incendi, l’Italia brucia ma nessuno la spegne. I vigili del fuoco: "Siamo pochi"

I sindacati: "L’avevamo detto, nessuno ci ha dato ascolto. Non ci sono i mezzi, manca perfino l’acqua"

Roma, 29 giugno 2022 - Come il nocchiero dell’oltretomba, l’anticiclone Caronte traghetta il Paese in un inferno di fuoco. L’Italia brucia con oltre 9mila ettari andati in fumo negli ultimi sei mesi, più che raddoppiati nel 2022 rispetto alla media storica, e i vigili del fuoco denunciano pochi uomini e mezzi per arrestare i roghi.

Incendi a Roma: fiamme domate a Ostia. Maxirogo sull'Aurelia: aperta un'indagine

Incendi a Roma: fiamme lungo l'Aurelia. Rogo a Ostia

In un’estate segnata dalla siccità le temperature oltre i 40 gradi moltiplicano gli incendi, aumentati di oltre 6 volte rispetto al 2020, e sale l’allerta in diverse regioni. Un’emergenza fotografata dall’alto da Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell’Ue, che ieri ha registrato una situazione di "pericolo estremo" per i roghi in Sicilia, Sardegna, Basilicata, Calabria, Puglia, Campania, Lazio, Toscana, Umbria, Marche e Molise. Ma lo scenario rimane critico anche in altre aree del Paese dalla Liguria a ll’Emilia-Romagna.

Vigili del fuoco
Vigili del fuoco

Mentre ieri nel Comune di Greve in Chianti proseguivano le operazioni di bonifica e contenimento del vasto incendio scoppiato in località Riseccoli, in Sardegna sono stati segnalati 13 roghi, e in Sicilia le fiamme hanno lambito la statale 122 ‘Agrigentina’. Continua a essere drammatica la situazione a Roma dove, sempre ieri, sono andate a fuoco un’attività industriale di riciclaggio carta ad Ardea e a una vasta area di vegetazione a Ostia. Ogni rogo – secondo i dati diffusi dalla Coldiretti – costa agli italiani oltre 10mila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici in un arco di tempo che raggiunge i 15 anni.

Ma al momento il problema più grave è rappresentato dall’allarme lanciato dai vigili del fuoco che denunciano gravi carenze di personale, pochi automezzi e scarse attrezzature. "L’intero settore è letteralmente in ginocchio, non arriva nemmeno l’acqua perché le autobotti sono insufficienti – dichiara Massimo Vespia, segretario generale della Fns Cisl –. È una triste realtà che purtroppo si sta registrando dal Nord al Sud. Le poche unità operative che sono a disposizione in ogni singola provincia italiana sono gravate da continui straordinari, mettendo inevitabilmente a repentaglio la propria sicurezza nel corso di numerosi scenari di intervento nei quali sono quotidianamente impegnati. In pericolo non è solo la capacità dei vigili del fuoco di intervenire nei tantissimi incendi boschivi ma anche il non riuscire ad assicurare il soccorso ordinario". L’ultimo bollettino dei pompieri parla di di 10.336 interventi in una settimana (dal 15 al 27 giugno), 1.011 in più rispetto al 2021, con 45.265 vigili del fuoco e 17.119 i mezzi impiegati. In Sicilia quest’anno sono stati effettuati 2.314 interventi. Seguono Puglia (2.076) e Lazio (1.278). "Non si può continuare a sottostimare le problematiche che denunciamo ormai da mesi e pensare di rinviare la questione del potenziamento degli organici nella prossima Legge di Stabilità – incalzano i sindacati dei vigili del fuoco –, lo stato di urgenza è adesso e deve essere affrontato prontamente. La politica ed il governo dimostrino con fatti concreti di avere veramente a cuore le sorti dei vigili del fuoco e, in particolare, il diritto alla sicurezza dei cittadini".

Nella Capitale l’odore acre del fumo, in seguito all’incendio sull’Aurelia di due giorni fa, ha raggiunto vaste aree della città. La procura ha aperto un’inchiesta per incendio colposo.