In zona bianca niente coprifuoco. Ecco il mix di aperture e restrizioni

Le linee guida del Cts: ai matrimoni solo con il green pass. Discoteche ancora senza data di ripartenza. Piscine e palestre, sì agli spogliatoi ma docce vietate. Le Regioni in pressing per avere più concessioni

La Darsena di Milano: in zona gialla il coprifuoco è alle 23 fino al 7 giugno

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Prosegue la lunga marcia verso la normalità. In un incontro tra il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, presente anche l’Iss, si è convenuto che una volta che una Regione avrà lo status di bianca potrà riaprire quasi tutto: resteranno escluse solo discoteche e sale da ballo. La proposta condivisa prevede che "fermi restando i criteri base della prevenzione, mascherine, distanziamento, areazione e sanificazione luoghi chiusi, una volta che una Regione entra nella zona bianca, sia superato il cosiddetto ‘coprifuoco’ e si possano anticipare al momento del passaggio le riaperture delle attività economiche e sociali per le quali la normativa vigente dispone già la ripresa delle attività in un momento successivo".

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E quindi via libera, una volta entrate in zona bianca, a matrimoni e cerimonie, parchi tematici e di divertimento (in zona gialla sarebbero potuti partire dal 15 giugno), fiere ed esposizioni (sinora aperte in in zona gialla dal 15 giugno), corsi di formazione, piscine coperte, impianti sportivi al chiuso, centri benessere, convegni e congressi, centri culturali, sale giochi, bingo, sale scommesse e casinò (sinora in zona gialla dal primo luglio). Il ministro Speranza ha però detto no alla richiesta delle Regioni di riaprire anche le discoteche, sia pure solo per chi ha il green pass. "Sono soddisfatto dall’intesa con Regioni e Iss su zone bianche. C’e’ la consapevolezza – ha commentato Speranza – che servono ancora prudenza e gradualità". Il monitoraggio di venerdì dovrebbe sancire da lunedì 31 maggio la promozione a bianca di tre regioni: Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Molise. Dopo sette giorni (7 giugno) dovrebbe essere la volta di Abruzzo, Liguria, Umbria e Veneto e la settimana successiva (14 giugno) potrebbe toccare a Lombardia, Emilia Romagna e Lazio, con qualche speranza anche per Piemonte e Puglia. Ma sulle modalità delle riaperture ci sono anche altre novità. I protocolli per la riapertura delle attività produttive, approvati il 20 maggio dalla Conferenza delle Regioni, sono stati sottoposti a una nuova revisione da parte del Comitato tecnico scientifico, che l’altro ieri li ha trasmessi alla Conferenza. E qui le Regioni non sono del tutto soddisfatte perché alcune delle previsioni sono considerate troppo restrittive. Per questo hanno chiesto una nuova riunione tecnica con il Cts prima che il ministro della Salute adotti con propria ordinanza il testo. Per la ristorazione e le cerimonie, il Cts non indica più un numero massimo di persone per tavolo ma sottolinea che "occorre stabilire il numero massimo di presenze contemporanee in relazione ai volumi di spazio e ai ricambio d’aria e alla possibilità di creare aggregazioni in tutto il percorso di entrata, presenza e uscita", e stabilisce che per i locali al chiuso "i clienti dovranno indossare la mascherina a protezione delle vie respiratore, tranne nei momenti del bere e del mangiare". In tutte le attività ricettive, della ristorazione, negli stabilimenti balneari, i cinema, i teatri, "sarebbe auspicabile la prenotazione obbligatoria così come i requisti del green pass e il mantenimento degli elenchi per 14 giorni".

Il comitato raccomanda poi "per tutte le attività e per tutti lavoratori che non possono mantenere il distanziamento interpersonale bisognerà prevedere il possesso di uno dei requisiti previsti dal green pass". Comunque "deve essere sempre previsto da parte dei lavoratori l’utilizzo dei dispositivi di protezione". Per i matrimoni si suggerisce di "consentire la partecipazione solo a coloro che sono in possesso di uno dei requisiti per il green pass" e di "definire il numero massimo di presenze contemporanee in relazione ai volumi di spazio". In spiagge e stabilimenti balneari dovrà essere deciso "il numero massimo di presenze contemporanee in relazione ai volumi di spazio e ai ricambi d’aria e alla possibilità di creare aggregazioni in tutto il percorso di entrata, presenza e uscita". Anche sulle spiagge libere il Cts raccomanda di "definire, se possibile, il numero massimo di presenze in relazione alla superficie disponibile". Negli spogliatoi di palestre, piscine e centri benessere "deve essere preclusa la fruizione delle docce. Possibile l’uso degli spogliatoi in palestra ma non in piscina. nelle seggiovie via libera all’utilizzo al 100% se si indossa la mascherina, però "la portata è ridotta al 50% se vengono utilizzate con la chiusura delle cupole paravento". Così il Cts. Ma sulle linee guida l’ultima parola sarà del ministero della Salute, che deciderà a giorni.