In tredici aggredite al Duomo "Abbiamo temuto di morire"

Milano, nell’ordinanza del gip le agghiaccianti testimonianze delle ragazze. Convalidati i due arresti, cinque gli episodi di assalti sessuali di gruppo accertati

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di Mario Consani

Poteva anche finire peggio. Gli assalti della notte di Capodanno in piazza Duomo sono stati portati avanti "con una carica di violenza così brutale che solo grazie all’intervento fortuito di alcuni soccorritori non ci sono state conseguenze ulteriori e più gravi". Così scrive il gip Raffaella Mascarino che ha convalidato il fermo e disposto la custodia in carcere per il 18enne egiziano Mahmoud Ibrahim, uno dei registi delle violenze sessuali di gruppo, assieme a Abdallah Bouguedra. Anche il 21enne, bloccato a Torino, deve rimanere in carcere, come ha deciso il gip del capoluogo piemontese, per l’episodio di violenza ai danni di una 19enne e della sua amica. Intanto, nell’ordinanza firmata dal giudice milanese sono contenuti altri racconti agghiaccianti di quanto avvenuto due settimana fa. "Siamo state (...) travolte da quest’orda – ha spiegato una delle quattro ragazze violentate verso mezzanotte e mezza vicino alla Galleria Vittorio Emanuele II –. Venivamo spinte da dietro, e sbattevamo contro quelli davanti che ci respingevano. Siamo così cascate, e mi sono ritrovata per terra, senza riuscire a rialzarmi e sentendomi soffocare, ho iniziato a pensare di morire. Ero atterrita dalla paura". Nelle ricostruzioni la modalità con cui quei "40-50" giovani (18 i perquisiti nei giorni scorsi) selezionavano, agganciavano, circondavano e aggredivano.

Tra la fermata della metro e "l’albero di Natale", si legge nel verbale, "un ragazzo nordafricano ha iniziato a importunare" una delle quattro amiche, tra i 19 e i 20 anni. "Le si parava spesso davanti, cercando di impedirle di camminare – ha spiegato – ho avuto la sensazione che, una volta che la mia amica lo aveva allontanato, fosse andato a chiamare i suoi amici". Poco dopo, ha aggiunto, "siamo state accerchiate, e ci siamo trovate attorniate da persone nordafricane. In particolare, mi sentivo toccare da quelli dietro di me, mentre altri, davanti a me, mi davano le spalle e urlavano".

Un’altra ragazza, sentita sempre nell’inchiesta coordinata dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, non è riuscita a trattenere le lacrime: "Ricordo almeno 30 persone, che mi toccavano e mi spingevano (...) Dando vari spintoni, ho chiuso gli occhi, come per difendermi e, nonostante le spinte e un inciampo, sono riuscita a non cadere e a liberarmi dell’orda, probabilmente con la forza della disperazione". Agli inquirenti sono arrivate altre due denunce e le ulteriori vittime sarebbero almeno quattro, oltre alle nove già accertate. Gli episodi di violenza di gruppo accertati, almeno cinque.