Guerra Ucraina. "In Russia repressione stile Matrix. Scanner facciali e cellulari spiati"

Il professore Giovanni Savino: sembra un film di fantascienza, ma è la realtà e dopo 17 anni sono scappato

Come si decide di scappare?

"Mia moglie mi ha urlato di andarmene altrimenti mi avrebbero picchiato, forse preso. Come me stanno fuggendo a migliaia". Giovanni Savino, napoletano, 38 anni di cui 17 vissuti in Russia, è un professore di Storia contemporanea tornato in Italia da due giorni. "Non mi sono più sentito sicuro – confessa – da quando la guerra non si può più chiamare guerra, chi divulga fake news (secondo Putin) rischia 15 anni di prigione e una legge punisce il vilipendio delle forze armate".

È stato segnalato alla polizia?

"È probabile che il mio nome sia stato inserito nelle liste dei non allineati stilate negli atenei".

Un suo collega ha fatto la spia?

"Insegno in tre università russe e in una di queste era già arrivato l’ordine di attivare i delatori. Durante le mie lezioni avevo consentito agli studenti di parlare dell’Ucraina, avevo detto che con la guerra non si sarebbe risolto nulla e che la Russia sarebbe precipitata in una situazione peggiore del default del 1998".

Queste le sue “colpe”?

"Non aiuta il fatto che la mia specializzazione sia in nazionalismo russo e nemmeno quella di mia moglie in letteratura dei gulag".

Quindi in Russia ha lasciato la famiglia, oltre che il lavoro?

"Sì, sono sposato con una russa e ho due figli. Cerco di mantenere la calma, ma sono preoccupato, farò di tutto per farli venire in Italia".

A che punto è arrivato il controllo sociale contro i nuovi “nemici del popolo”?

"Alcuni cittadini si sono trovati la ’Z’ (la lettera disegnata sui mezzi militari scelti per invadere l’Ucraina, ndr) sul portone di casa in quanto considerati ‘nemici della patria’. In un orfanotrofio i bimbi sono stati fatti disporre in quella maniera. La ’Z’ ora è un brand, oggetto di flashmob".

Roba da irregimentazione delle masse come sotto il nazismo e il fascismo?

"Ma il putinismo non ha una tale base sociale. Hitler o Mussolini volevano convincere le masse, il presidente russo è un abile manager che nutre piuttosto un profondo disprezzo, misto a sospetto, per il proprio popolo. Quando va bene usa le masse da sfondo, da comparsa".

Alcuni storici parlano di metodi da ex Unione sovietica.

"Direi piuttosto alla Matrix, se si tiene conto che sono usati i software per il riconoscimento facciale dei manifestanti: a Mosca e a San Pietroburgo i dati biometrici sono attivi per prendere la metro, ma è chiaro quale sia il risvolto inquietante".

Sono controllati i cellulari?

"Ai viaggiatori assieme al passaporto sono visionati i messaggini e le app. Lo stesso può accadere in strada".

Migliaia di russi manifestano (e migliaia sono stati arrestati) ma potremo mai vedere piazze piene?

"La repressione preventiva è forte. I giovani, se non hanno il coraggio di opporsi, sono comunque sotto choc. Molti teenager sono mandati a combattere: le famiglie sono stravolte".

Cosa rischiano i Pu-teens, i ragazzi cresciuti sotto le presidenze dello zar, che si ribellano?

"Di venire esclusi dalle università, di finire nelle liste stilate dai curatori dei corsi. Chi manifesta, se ha figli, viene escluso dai servizi sociali. Le migliaia di arrestati rischiano da una multa al processo e, poiché in Russia per lavorare c’è bisogno del certificato dei carichi pendenti, una protesta li segnerà per sempre".

È vero che a causa della propaganda la gente non sa della guerra?

"È falso. La Russia è un Paese digitalizzato, anche se ora l’accesso ai social è più difficile. Io per esempio dovevo cambiare tante volte il programma che permette di aggirare il blocco, ma poi riuscivo a connettermi".

Ma le sanzioni hanno paralizzato la vita della gente comune?

"Eccome. Se il tuo stipendio prima valeva 1.200 euro ora vale meno di 500. Si blocca il sito delle ferrovie, decisive per spostarsi con la neve. L’altro giorno non era attivo nemmeno il sito del Cremlino. Nei supermercati l’acquisto dei cibi di prima necessità è razionato: cose così non si vedevano da 30 anni. Lo stop alla vendita di H&M vuol dire privare i giovani non solo di un prodotto moderno, ma soprattutto a basso costo".

Da quanto tempo la propaganda di Putin ha stravolto la vita dei russi?

"Credetemi, fino a pochi giorni fa la situazione non era questa. Tutto è precipitato da quando è diventato chiaro che la guerra in Ucraina non sarebbe stata lampo".

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