In piazza il primo atto del Pd di sinistra

Bruno

Vespa

Alla manifestazione antifascista di Firenze, che li vedrà per la prima volta insieme, Elly Schlein e Giuseppe Conte cominceranno ad annusarsi. I primi sondaggi dicono che il salto in alto del Pd dopo l’elezione della nuova segretaria è interamente a spese del Movimento 5 Stelle e in minima parte di Articolo 1 (che forse si scioglierà per confluire nel nuovo Pd). Vedremo se sarà un fenomeno durevole, ma certamente Conte sarà indotto a non fare concessione alcuna alla pericolosa concorrente. Anche Schlein si muove su un terreno scivoloso. Non c’è dubbio che il Pd ha raggiunto la punta più avanzata a sinistra della sua storia. L’obiettivo della nuova segretaria sarà da un lato di non snaturarsi, dall’altro di evitare che non si verifichi la temuta emorragia di una scissione. È facile che Pd e M5s siano uniti sulla richiesta del salario minimo, ma come si regolerà Elly Schlein sul sostegno bellico all’Ucraina e sul rigassificatore di Roma che vede sulle stesse posizioni di principio il sindaco dem Gualtieri e il governatore di centrodestra del Lazio, Rocca? E sulla riforma del reddito di cittadinanza?

E sull’assegnazione dei fondi del Pnrr? Il primo segnale sull’unità del partito sarà l’assegnazione degli incarichi? Ieri nell’incontro di Bologna con Bonaccini si è parlato di spirito unitario. Ma poi? Schlein lascerà uno dei capigruppo alla minoranza o no? Come si regolerà per le altre nomine? Terrà conto che la maggior parte degli amministratori e degli iscritti è dall’altra parte? Questi saranno segnali decisivi, ma sarà la linea politica a stabilire se le due anime del Pd potranno convivere. Ci riuscirono comunisti e democristiani. Fecero un partito di centrosinistra che diventò il punto di riferimento dell’apparato statale. Perdendo progressivamente identità. Adesso che l’identità di un partito di sinistra- sinistra è fortissima che cosa accadrà?