Giovedì 18 Aprile 2024

In Italia cadono 1.600.000 saette all’anno: primato in Friuli

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ROMA

Essere colpiti da un fulmine non è una probabilità così improbabile nella vita di una persona. Secondo studi forse poco ottimistici ma ormai acclarati in campo medico, le possibilità per una persona di essere colpita da un fulmine in un periodo di 80 anni di vita sono circa 1 su 10mila. Per fortuna, non sempre la scarica è letale. Ma la morte da fulminati è più comune di quanto si pensi: tra gli sgradevoli addii a Madre Terra, il fulmine arriva appena dopo lo choc anafilattico per la puntura di sciami impazziti di api, vespe o calabrni. Lo scrive in base a fonti internazionali l’Aogoi, associazione ospedaliera.

In Italia cadono in media circa 1.600.000 fulmini all’anno, soprattutto nei mesi di luglio e agosto, ma il fenomeno può verificarsi, più raramente, anche d’inverno. Ma non ci sono statistiche sulle vittime. Le aree più colpite sono il Friuli, la regione dei laghi lombardi, la zona di Roma e in genere i rilievi prealpini e appenninici. I fulmini sono di gran lunga il fenomeno più pericoloso associato ai temporali. L’imprevedibilità sul punto di caduta è difatti totale. E spesso, specie in montagna, non esiste alcuna possibilità di difesa. Vedi fulmini a ciel sereno. La stima dei morti fulminati nel mondo è di almeno mille persone l’anno, tra 50 e 100 solo negli Stati Uniti. Sud Africa, India, Nepal, Bangladesh sono altri luoghi della terra dove le scariche colpiscono con particolare frequenza e potenza. Ma con l’estremizzazione dei fenomeni climatici anche la pericolosità dei fulmini in associazione a tempeste e temporali appare fatalmente destinata a crescere senza aree franche né eccezioni geografiche.

Quando si scatena un temporale è buona norma procurarsi un rifugio. Ove non sia possibile, meglio accovacciarsi con le mani sulle orecchie.