In Europa l’incubo della guerra totale Biden invia armi: Putin non le tocchi

Gli Usa: escalation se i russi colpiscono i nostri aiuti. Truppe Nato a Est, gli analisti: attenti, nulla come prima

di Beppe Boni

Nel giorno in cui tiene banco la notizia della nave ammiraglia di Putin, l’incrociatore che, colpito, agonizza nelle acque di Sebastopoli, irrompe la sfida sulle armi fra le due superpotenze. Annunci, minacce e controminacce. Gli Stati Uniti avvertono: se Mosca ostacola la consegna delle armi che vengono dall’Occidente si rischia un’escalation. Uomo (Putin) avvisato.... Lo ha detto molto deciso Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale. Che precisa: "Se i russi dovessero colpire una parte di territorio della Nato dove le attrezzature vengono assemblate, ciò cambierebbe il gioco".

Un ingente quantitivo di materiale bellico, infatti, dovrebbe essere in arrivo via Polonia. E la Cia per bocca del suo direttore, William Burns, lancia un’altra frustata: "Gli Usa non prendono alla leggera la possibilità che Mosca possa usare armi nucleari". L’impennata di tensione è conseguenza dell’annuncio di Finlandia e Svezia di voler entrare nella Nato.

Ma l’Orso russo sogna la riedizione dell’impero con pericolose contaminazioni sovietico-zariste, ma ha sbagliato un’altra mossa sullo scacchiere ucraino. Vladimir Putin, che ha aggredito Kiev per prendersi il Donbass ed evitare un allargamento della Nato ad Est, ha ottenuto, almeno per il secondo obiettivo, l’effetto contrario: Finlandia e Svezia hanno avviato le pratiche per entrare nel Patto atlantico in poche settimane.

La Nato, che già tiene sotto controllo i confini baltici, avrà così licenza di rinforzare la linea che divide soprattutto la Finlandia (Paese con una neutralità armata da 200 mila soldati, 239 carri Leopard e caccia F35) dalla Russia, un confine di 1350 chilometri ora più strategico. I piano di invio di uomini e mezzi per la costruzione del nuovo scudo è pronto. E dopo nulla sarà più come prima.

Il futuro già oggi sulle macerie ucraine fa intravedere due blocchi ostili come ai tempi della Guerra fredda: Russia da una parte e Occidente a trazione americana dall’altra. Il nuovo assetto ora è certificato anche dalla decisione di Finlandia e Svezia di abbandonare la neutralità. Temono l’espansione di Mosca visto cosa è accaduto a Kiev e dintorni. Uno scenario che nemmeno la fantasia John le Carrè, autore de La Spia che venne dal freddo, avrebbe immaginato.

"Una scelta giusta – dice il generale Giorgio Battisti, analista e primo comandante del contingente italiano in Afghanistan – hanno fondati motivi di sicurezza per entrare nell’ombrello Nato, di cui sono già partner. Putin esibisce manie di grandezza che si sa dove cominciano e non dove finiscono".

Svezia e Finlandia si aggiungono così ai già 30 Paesi membri della North Atlantic Treaty organization: Belgio, Canada, Danimarca, Stati Uniti, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi bassi, Portogallo, Gran Bretagna (presenti dal 1949) Turchia, Grecia (1952), Repubblica federale tedesca (1955), Spagna (1982).

Nel 1990 il Patto atlantico venne esteso poi alla Germania riunificata. In seguito si sono aggiunti Paesi in fuga dal comunismo come Polonia, fieramente antirussa, Repubblica ceca, Ungheria (1999) Estonia, Lettonia, Lituania, Bulgaria, Romania, Slovacchia, Slovenia (2004), Croazia, Albania, Montenegro, Macedonia del Nord (2009). Il Patto di Varsavia non c’è più.

Prima della caduta del Muro di Berlino che sancì il fallimento del comunismo, era l’altro grande blocco militare che ora ispira Putin, il Grande Bugiardo. Nato nel 1955 e sgretolatosi nel 1991, il Patto prevedeva una alleanza di assistenza e difesa reciproca fra l’Urss e l’Est europeo post Seconda guerra mondiale. Aderirono Urss, Polonia, Cecoslovacchia, Germania dell’Est, Romania, Bulgaria, Ungheria e Albania. Quest’ultima ne uscì di fatto nel 1961, anno della presa di distanza ideologica da Mosca. Nel 1990 si sfilò anche la DDR tedesca, che ne fu colonna portante anti-Ovest arrivando ad ospitare nel proprio territorio 400mila soldati sovietici.

"L’invasione dell’Ucraina sta già cambiando l’equilibrio politico, economico e militare europeo – spiega Pierluigi Barberini, responsabile del desk Difesa e sicurezza del Cesi (Centro studi internazionali) – e l’ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia è un tassello difficile da evitare visto come si muove ora la Russia. Dimentichiamoci il mondo di prima. Svezia e Finlandia con la Nato effettuano già esercitazioni militari e scambi di informazioni.

È ovvio che il nuovo confine Nato russo - finlandese è destinato ad avere maggiore attenzione. L’Alleanza potrebbe inviare lassù altri Battle group per rinforzare la sicurezza. Sarà una nuova zona calda". I Battle group, reparti di 1500 uomini, sono già schierati a Tapa in Estonia, Adazi in Lettonia, Rukla in Lituania e Orzyz in Polonia. Recenti nuovi spiegamenti sono stati allestiti in Bulgaria, Romania, Slovacchia, Ungheria.