Venerdì 19 Aprile 2024

In difesa dell’italiano La crociata di Rampelli: sanzioni a chi usa l’inglese "È così in tutta Europa"

L’esempio classico è la Francia, da cui l’esponente Fdi ha tratto ispirazione "Sinistra incomprensibile, in altri Paesi fa battaglie per la lingua nazionale".

In difesa dell’italiano  La crociata di Rampelli:  sanzioni a  chi usa l’inglese  "È così in tutta Europa"

In difesa dell’italiano La crociata di Rampelli: sanzioni a chi usa l’inglese "È così in tutta Europa"

"Le reazioni della sinistra sulla mia storica proposta di legge a tutela della lingua italiana mi hanno stupito. In tutta Europa la sinistra è scesa in campo in difesa delle lingue madri dall’invasione dell’idioma anglo-americano, reso ancora più aggressivo dalla stagione globalista". Tiene il punto, con i suoi, Fabio Rampelli (FdI). La sua proposta di legge – che prevede l’utilizzo obbligatorio della lingua italiana in "tutti i rapporti tra la pubblica amministrazione e il cittadino", ma anche all’interno di aziende ed enti privati, prevedendo multe in caso di violazione – ha suscitato una vera e propria bufera.

Il vicepresidente non fa passi indietro e anzi rilancia ricordando che, in Europa, a eccezione delle nazioni anglofone, "quasi tutte salvaguardano la propria lingua nella Costituzione e molte possiedono leggi ordinarie a tutela di tale prescrizione". L’esempio classico è, ovviamente, la Francia, con la legge Toubon, da cui la pdl Rampelli ha tratto ispirazione, e dove esiste pure una legge sul Diritto alla comprensione (delle leggi) a tutela dei cittadini. Rampelli risponde tagliente ("sono solo ridicoli") rispetto al fatto che ha creato più clamore, quello delle sanzioni: "È una bestialità dire che, con la mia legge, sarebbero punite le singole persone, libere di parlare la lingua che meglio credono. I soggetti cui si rivolge la legge sono gli enti pubblici e privati, la Pubblica amministrazione, le istituzioni dello Stato".

Certo è che l’ondata di accuse polemiche, e anche prese in giro, per nulla bonarie, è stato notevole. Ma Rampelli tira dritto sulla sua proposta di legge che vuole imporre l’uso della sola lingua italiana nella PA e nella sfera pubblica (l’uso privato e personale delle lingue è, ovviamente, rimesso alle scelte dei cittadini), troppe volte soppiantata dalle lingue straniere. Rampelli ripresenta il suo disegno di legge a ogni inizio legislatura, ma stavolta è stato sottoscritto da una ventina di deputati di FdI.

Un testo che, "in un’ottica di salvaguardia nazionale e difesa identitaria", prescrive l’imposizione dell’italiano in qualsiasi comunicazione pubblica, l’obbligo di utilizzare traduzioni o interpreti per ogni conferenza, il divieto di usare sigle straniere per ruoli aziendali (pubblici), a meno di traduzione, e limitare le lingue straniere in scuole e università, a meno che siano presenti studenti stranieri. Otto articoli di legge che hanno fatto scalpore specie per la violazione di tali obblighi: causerebbero sanzioni amministrative da 5 mila a 10 mila euro. Proposta di legge che, istituendo un Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana, fa il paio con un’altra proposta di legge, di rango superiore, per costituzionalizzare l’italiano come lingua ufficiale della Repubblica – presentato da Menia e altri di FdI tra cui Rampelli – come previsto in varie costituzioni di altri Stati (francese in Francia, lo spagnolo in Spagna, etc). Le critiche e gli attacchi, però, non si placano.

Tatjana Rojc, esponente della minoranza slovena in Italia e senatrice dem, parla di "legge sciocca" che "può solo far male alle minoranze" e ricorda "i tempi bui (il fascismo, ndr) in cui noi alloglotti non potevamo parlare la nostra lingua madre". Da parte di +Europa, Azione e M5s è tutto un fiorire di "proposta ridicola, cretina" e via insultando contro Rampelli. Insulti in italiano, ovviamente.

Marco Principini