In centomila ai funerali Il mondo saluta il papa teologo L’omaggio di Bergoglio: un Maestro

Santa Sede blindata per l’addio a Ratzinger. Da record anche le visite al feretro: 200mila in tre giorni. Tutti gli occhi sul Pontefice che presiede il rito e sulle delegazioni straniere. Poi la tumulazione nelle Grotte

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di Giovanni Rossi

Centomila. Lievitano a stime poco canoniche le presenze per le esequie di Benedetto XVI, stamattina alle 9,30 a San Pietro per una celebrazione oltre ogni aspettativa. Ieri altre 60mila visite in Basilica per un totale di 195mila nei tre giorni di esposizione del feretro. Il cardinale di Bologna Matteo Zuppi, accompagnato dal segretario generale monsignor Giuseppe Baturi guida la delegazione della Cei, 150 persone in rappresentanza di direttori, responsabili e personale degli uffici, dei servizi e degli organismi collegati alla Conferenza episcopale italiana.

In questo clima di sentito cordoglio e partecipazione, la Santa Sede saluterà il Papa emerito, morto il 31 dicembre a 95 anni, a quasi dieci dalle storiche dimissioni dal soglio pontificio. Coordinati dalla prefettura di Roma, oltre mille tra poliziotti, carabinieri e finanzieri sono in campo da stanotte. Il presidio ai varchi disposti attorno alla ‘zona rossa’ con ‘rapi-scan’ e metal detector è a maglie strettissime. Sorveglianza ulteriore dall’alto dei cieli (e dei tetti). Elicotteri, tiratori scelti, antiterrorismo, reparti interforze. La moltiplicazione degli operativi nella città blindata vale anche per vigili del fuoco, 118, polizia locale e Protezione civile.

Il primo momento da tenere a mente di questo evento globale scocca alle 8.50 con l’uscita del feretro dalla Basilica, in tempo tecnico per la recita del rosario prima dell’inizio della messa solenne presieduta da Francesco e celebrata dal cardinale decano Giovanni Re. Tremilasettecento i sacerdoti in piazza. Anche la conta di cardinali e vescovi si annuncia da record, come se Benedetto XVI, da defunto, sfidasse tutta la Chiesa a ritrovarsi attorno alla sua sfaccettata eredità teologica e politica, prima assai discussa – anche per la scelta delle dimissioni – e ora pienamente rivalutata. "Un grande maestro della catechesi. Non autoreferenziale, ma ecclesiale, perché sempre ha voluto accompagnarci all’incontro con Gesù".

Le parole di ieri di Papa Francesco alla tradizionale udienza del mercoledì sono un indizio di quanto il Pontefice dirà oggi ai fedeli nel momento più atteso delle esequie, la cui liturgia ricalcherà – per precisa disposizione di Francesco – la struttura cerimoniale riservata ai pontefici ancora sul soglio di Pietro (salvo qualche alleggerimento). Una misura di rispetto. Per il rango di Ratzinger e per la presenza di tanti ospiti stranieri. Le uniche delegazioni ufficiali sono quella italiana e tedesca, guidate da Sergio Mattarella e Frank-Walter Steinmeier (per la Germania ci saranno anche il cancelliere Olaf Scholz e il il governatore della Baviera Markus Söder), ma altri leader internazionali prenderanno parte alla cerimonia, dai reali di Belgio e Spagna ai capi di Stato di Polonia, Ungheria e Portogallo. Presente a San Pietro anche la premier Giorgia Meloni con i presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. Al termine della celebrazione eucaristica sarà il momento dell’Ultima Commendatio (la raccomandazione dell’anima del defunto) e della Valedictio (il commiato, l’ultimo saluto). A quel punto la salma del Papa emerito lascerà la piazza per raggiungere le grotte vaticane dove sarà tumulata durante una cerimonia privata lontana dalle telecamere.

Ratzinger, la cui bara è stata chiusa ieri sera intorno alle 22 e 30, avrà con sé le monete e le medaglie coniate durante il suo pontificato, i pallii che ha indossato durante la sua carriera ecclesiale e il rogito conservato in un cilindro di metallo: in pratica la sintesi della sua storia da Papa. Il rito che precede la tumulazione osserva uno specifico protocollo papale. "All’atto della sepoltura – riassume il portavoce vaticano Matteo Bruni – attorno alla bara di cipresso viene apposta una fettuccia con i sigilli della Casa pontificia, dell’Ufficio celebrazioni liturgiche e del Capitolo vaticano".

A quel punto la bara di cipresso viene infilata in un’altra bara di zinco e poi di nuovo in un’altra cassa, in rovere. Una triplice custodia, a garanzia dell’assoluta inviolabilità del defunto. La nicchia nella quale riposerà Ratzinger sarà la stessa che, prima di lui, era appartenuta a Giovanni XXIII e poi a Giovanni Paolo II, le spoglie dei quali sono state traslate all’interno della Basilica di San Pietro in seguito alle rispettive canonizzazioni.