"Imprese soffocate dai debiti Ora intervenga il governo"

di Elena G. Polidori

"Lo dico senza enfasi; siamo al disastro. Ci sono centinaia di imprese edilizie che si sono indebitate, facendo investimenti in attrezzature e in manodopera e, non avendo poi l’accesso al credito, hanno dovuto portare i libri in tribunale abbiamo toccato il punto più basso…".

È un grido inquietante quello di , Enzo Ponzio (foto), presidente di Cna edilizia.

A cosa si deve questa ecatombe?

"Al fatto che la misura del bonus del 110%, alla fine si sia rivelato non solo un boomerang ma addirittura una zavorra. In questo Paese si fanno molte cose in emergenza, ma mai in prevenzione. Ebbene, il 110% si sarebbe potuto anche utilizzare per rifare gli edifici della pubblica amministrazione nazionale che spesso sono fatiscenti, o mettere in sicurezza i plessi scolastici, per favorire la transizione energetica attraverso il fotovoltaico, per dire, di cui si sente tanto parlare, invece questa misura ha cambiato 30 volte le norme e ci sono stati 100 diversi interventi del legislatore che hanno creato un disastro, ma soprattutto…"

Soprattutto

"Il blocco della cessione del credito da parte delle banche ha bloccato la possibilità di accedere alla misura".

Molti furbetti, però, hanno usufruito del 110% senza avere i requisiti: un danno enorme per l’Erario.

"Falso. L’unico danno all’Erario è stato fatto dal bonus facciate che non aveva nell’articolato l’obbligo di verifica dei lavori svolti come invece è contenuto nel 110%, quindi per quest’ultimo bonus non ci sono state violazioni: era impossibile. La verità è che si è bloccato il mercato per cui oggi abbiamo, secondo i nostri dati, 33 mila imprese artigiane della filiera delle costruzioni a rischio fallimento con la perdita di 150 mila posti di lavoro; stimiamo che i crediti fiscali delle imprese che hanno riconosciuto lo sconto in fattura e non monetizzati attraverso una cessione ammontino a quasi 2,6 miliardi di euro. E oltre 60mila sono le imprese artigiane che si trovano con cassetto fiscale pieno di crediti ma senza liquidità. Quasi un’impresa su due paga in ritardo i fornitori, il 30,6% rinvia le tasse e 1 su 5 non riesce a pagare i collaboratori".

E le banche hanno chiuso le porte?

"Non solo. Secondo i nostri dati, il 47,2% delle imprese dichiara di non trovare soggetti disposti ad acquisire i crediti mentre il 34,4% lamenta tempi lunghi di accettazione dei contratti".

Come uscirne?

"Parlare di proroghe a questo governo è inutile, ma se non si riattivano i meccanismi dell’accesso al bonus, il settore edile rischia il punto di non ritorno".