Mercoledì 24 Aprile 2024

Imprenditore russo evade dai domiciliari Doveva essere estradato negli Stati Uniti

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Si chiama Artem Uss, ha 40 anni, è il figlio del governatore della regione siberiana Krasnoyarsk, e il suo nome è compreso tra le cinque persone incriminate dalla giustizia statunitense perché ritenute colpevoli di aver venduto tecnologie americane alla Russia. Di queste, secondo Washington, alcune sarebbero attualmente usate nel conflitto in Ucraina.

L’imprenditore russo è evaso dai domiciliari che stava scontando in una casa di Basiglio, hinterland di Milano, dopo aver rotto il braccialetto elettronico. Il 40enne era stato arrestato lo scorso 17 ottobre all’aeroporto di Malpensa, mentre si stava imbarcando su un volo diretto a Istanbul. Era stato fermato su mandato d’arresto internazionale dell’autorità giudiziaria di New York. Due giorni fa, la Corte d’Appello di Milano aveva concesso l’estradizione negli Stati Uniti, solo per due accuse su quattro, contestate dalle autorità americane. Per l’imputazione più delicata, dato lo scenario internazionale, che riguardava "l’esportazione illegale di tecnologie militari e sensibili, le cosiddette ’dual use’, per milioni di dollari dagli Stati Uniti alla Russia", i giudici non avevano trovato prove di un suo "contributo causale". Con la sentenza di due giorni fa la quinta sezione penale (giudici Nova-Barbara-Arnaldi) aveva dichiarato che "sussistono le condizioni per l’estradizione di Uss limitatamente al secondo e al terzo capo d’accusa", ossia per la "violazione dell’embargo nei confronti del Venezuela in una vicenda di contrabbando di petrolio verso Cina e Russia e per una frode bancaria". Uss era in attesa di impugnare il provvedimento dei giudici, quando due giorni fa è scomparso dall’abitazione. I suoi legali italiani, gli avvocati Vinicio Nardo e Fabio De Matteis, erano pronti, nel termine dei 15 giorni, a fare ricorso in Cassazione.

La difesa aveva anche spiegato che l’arresto dell’uomo sarebbe stato finalizzato ad uno "scambio di prigionieri", perché gli Stati Uniti sarebbero stati interessati a ottenere il rilascio di Paul Whelan, uomo d’affari condannato a Mosca a 16 anni nel 2020. E il 21 ottobre il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, aveva fatto sapere che "le missioni diplomatiche russe faranno del loro meglio per proteggere gli interessi di Uss". Sull’imprenditore russo pendeva pure una richiesta di estradizione di Mosca, arrivata in Italia a novembre, per una non meglio precisata ipotesi di riciclaggio.