Impiegati della sanità, avvocati, professori. A chi spetta il vaccino? Il caos delle liste

Nove studenti su dieci costretti alla Dad, ma la campagna per i docenti non decolla. Il caso degli amministrativi immunizzati

Una manifestazione di genitori, ragazzi e bambini contro la didattica a distanza

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La resa dei conti è arrivata. Nove studenti su dieci rischiano nel giro di pochissimi giorni di dover seguire le lezioni a distanza se i governatori disporranno la sospensione delle attività in presenza laddove vi siano più di 250 contagi settimanali ogni 100mila abitanti. È la scuola, bellezza. Al tempo del Covid. Vittima annunciata, con i suoi studenti, di fronte a una campagna vaccinale del personale scolastico che non decolla. Ammonta a 368.434 la quota di insegnanti, Ata, Dsga e dirigenti scolastici che si sono visti somministrare almeno la prima dose di vaccino AstraZeneca.

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Tenendo conto che la seconda dose, riservata ai lavoratori della scuola, si potrà fare 12 settimane dopo la prima puntura, si rischia di arrivare a settembre o addirittura a ottobre per avere tutti gli insegnanti e il personale Ata regolarmente protetti.

Se così fosse, sarebbe un mezzo disastro. Qualcosa dunque non torna. Per un motivo su tutti: la mancata programmazione delle Regioni, che avrebbero potuto usare le dosi di AstraZeneca congelate nei freezer (su oltre un milione e mezzo di fiale consegnate l’utilizzo non supera il 30%). Ma non basta. Falle piuttosto evidenti si vedono anche nel sistema organizzativo: lo sanno bene i supplenti fuori regione, costretti per una serie di curiosi cavilli normativi a doversi sobbarcare viaggi e permessi non retribuiti per vaccinarsi a casa propria.

Il caos nel caos, insomma. Così, a marzo inoltrato, sono maestri, insegnanti e personale scolastico a pagare lo scotto di una campagna che ancora non funziona. L’epilogo di questi giorni risulta così scontato: studenti a casa, gli istituti in lockdown e una vaccinazione tra i docenti che procede lenta e male.

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La mappa delle regioni

A oggi, è la Campania (64.478 su 78mila docenti) ad avere la maglia rosa delle somministrazioni tra il personale scolastico, seguita dalla Puglia con 52.668. Poi, la Toscana con 43.223 prof vaccinati. Dietro troviamo il Lazio (40.177 dosi) e il Piemonte con 31.853 vaccinati su poco più di 48mila (segue a ruota la Sicilia con poco più di 31mila somministrazioni). E l’Emilia Romagna? Solo 29.149 vaccinati su 47.151 docenti. La situazione è parecchio preoccupante in Calabria (187 punture, col piano ancora fermo), Basilicata (1.208), Liguria (156), Molise (578), Marche (3.656), Sardegna (225) e Valle D’Aosta (537).

Lombardia nel caos

Un capitolo a parte merita la Lombardia, che registra appena 2.651 somministrazioni al personale scolastico su un totale di 102.697 prof. Di più: centinaia di insegnanti lombardi, che si erano registrasti sul portale per il vaccino, non hanno ricevuto l’sms di conferma degli appuntamenti già fissati. Insomma, quella che doveva essere una priorità rischia di diventare un caso, perché i numeri del ministero non promettono bene.

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Le polemiche

Tutto questo mentre in Toscana, ad esempio, è scoppiata la polemica sui politici avvocati già protetti dalla dose anti-Covid. Diversi sindaci, assessori, consiglieri regionali, un tempo legali, hanno sfruttato la norma regionale che gli consentiva di vaccinarsi in quanto avvocati.

Il caso università

Di più. Sempre in Toscana ha innescato polemiche sfociate nello scandalo la decisione di vaccinare il personale amministrativo degli ospedali (che sta negli uffici) e quello universitario: professori, personale tecnico e amministrativo, bibliotecari, molti dei quali al lavoro in smart working per via degli atenei chiusi.

I furbetti

Se da un lato per gli insegnanti il piano non decolla, dall’altro ci sono i presunti furbetti. A Ragusa ha perso la poltrona il responsabile delle vaccinazioni per 24 dosi che avrebbe elargito a parenti e amici. Sempre in Sicilia, sulle Madonie, all’ospedale Madonna dell’Alto di Petralia Sottana, su 1.121 vaccinazioni eseguite fino al 21 gennaio, ben 333 (quasi 1 su 4) sono state passate sotto la lente d’ingrandimento dei Nas, secondo cui risultavano somministrate dosi a chi non spettava. E cioè veterinari, dipendenti pubblici, commercialisti, braccianti, sindaci, politici, amici degli amici. Le indagini vanno avanti. Si vedrà.