Impianti sciistici: da Cts ok alla riapertura. Ecco quando e dove si potrà sciare

L'indicazione del Comitato tecnico scientifico: ok alle zone gialle. Stop ancora per le arancioni

Restano chiusi gli impianti sciistici nelle zone arancioni (Ansa)

Restano chiusi gli impianti sciistici nelle zone arancioni (Ansa)

Roma, 4 gennaio 2021 - Arriva l'ok alla riapertura degli impianti sciistici in zona gialla a partire dal 15 febbraio. L'indicazione del Comitato tecnico scientifico è emersa oggi al termine della riunione. Viene quindi esclusa la possibilità di far ripartire gli impianti nelle regioni in zona arancione

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Tra le zone alpine, a oggi, resta esclusa la Provincia Autonoma di Bolzano, ancora in area arancione (rosso scuro per la Ue), e che da lunedì per tre settimane sarà in lockdown duro.  Il Cts ha esaminato il protocollo messo a punto dalle Regioni lo scorso 28 gennaio: bocciata la richiesta delle regioni per una riapertura anche in zona arancione, anche con una capienza ridotta al 50% su funivie, cabinovie e seggiovie e l'utilizzo obbligatorio di mascherine Ffp2. 

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Per le zone che riapriranno restano le regole base: mascherine, igienizzazione e distanziamento. Gli skipass giornalieri acquistabili avranno un limite massimo, che terrà conto anche degli abbonamenti. Spetterà poi ai gestori degli impianti nominare un referente Covid e organizzare l'attività con dei percorsi che garantiscano il distanziamento, differenziati in entrata ed uscita e favorendo tutte le operazioni di vendita o prenotazione online e le soluzioni digitali.

Se per le seggiovie la portata massima resterà al 100% della capienza del veicolo con uso obbligatorio di mascherina chirurgica, è ipotizzabile che si ridurrà invece in cabinovie e funivie la portata al 50%, sia nella fase di salita che di discesa, con uso obbligatorio di mascherina. 

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Positiva la reazione dell'Associazione nazionale esercenti funiviari (Anef) che riunisce le società degli impianti di risalita in Italia, la presidente Valeria Ghezzi: "La decisione del Comitato tecnico scientifico di far ripartire gli impianti sciistici è certamente un'ottima notizia purchè sia affiancata dalla circolazione libera almeno tra le Regioni in fascia gialla: bisogna sapere se si può venire in montagna".

La Coldiretti sottolinea che la riapertura degli impianti, anche solo nell'ultima parte della stagione, può portare effetti positivo all'intero indotto delle vacanze in montagna, con un valore stimabile in circa un miliardo.

Kristian Ghedina, ex discesista azzurro e ambassador dei mondiali di Cortina 2021 felice per la riaperture, ma avverte: "Ora però bisogna vedere se conviene aprire. Le società che hanno un impianto piccolo, con pochi dipendenti possono anche riaprire a questo punto della stagione, ma quella grosse faranno più fatica perché aprire le piste comporta un lavoro grosso". L'azzurro Manfred Moelgg: "La riapertura è anche importante per il settore della montagna che ha sofferto tantissimo e per le persone che potranno riprendere a lavorare. La stagione è quasi finita ma meglio tardi che mai". Amaro il commento di Peter Runggaldier, ex nazionale di sci: "La stagione ormai è andata, sono un po' scettico e penso che in pochi riapriranno". Ma alla fine aggiunge: "Detto questo è meglio di niente. E' comunque un segnale di ripartenza che accogliamo con piacere".

Molto critico sul no alle zone arancioni è l'assessore alla Montagna della Regione Lombardia, Massimo Sertori: "E' incomprensibile il cambiamento radicale di posizione assunto dal Cts in relazione alla possibile apertura degli impianti in zona arancione, applicando le misure restrittive aventi come finalità una fruibilità in sicurezza. Questo avrebbe consentito non solo la programmazione delle attività, ma anche una prospettiva di continuità certa per gestori, lavoratori e per tutta la filiera del comparto turistico invernale".