Mercoledì 24 Aprile 2024

Impennata di contagi: +20% in una settimana E torna l’allarme per le terapie intensive

Il report del Gimbe e le spie rosse in 41 province. Sull’incremento dei nuovi casi pesa anche la campagna di vaccinazione al rallentatore

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In sette giorni l’impennata: i casi di nuovi positivi al Coronavirus sono aumentati del 10% con spie rosse in 41 province. Ma non solo. Se il numero di decessi è rimasto sostanzialmente stabile preoccupa la risalita della curva, +3,5%, delle terapie intensive. Cosa è accaduto, dunque, nella settimana dal 17 al 23 febbraio? È successo che siamo alle porte della terza ondata, quella delle varianti. Lo spiega il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta che ieri ha diffuso i dati del monitoraggio indipendente della Fondazione.

"Dopo 4 settimane di stabilità nel numero dei nuovi casi - afferma Cartabellotta - si rileva un’inversione di tendenza con un incremento che sfiora il 10%, segno della rapida diffusione di varianti più contagiose". La progressiva diffusione della variante inglese sta determinando impennate di casi in ben 74 Province su 107, ma quelle che destano più allarme sono le 41 Province dove l’incremento dei nuovi positivi supera il 20%. È la mappa delle spie rosse dove, secondo tutti gli esperti, è indispensabile identificare tempestivamente i focolai e chiudere facendo tante zone rosse ad hoc. O così o il lockdown generale.

"Le Regioni devono applicare con massima tempestività e rigore le zone rosse locali per evitare lockdown più estesi e arginare gli effetti della terza ondata - aggiunge il presidente di Gimbe - Ma per uscire dalla pandemia occorre incrementare le forniture di vaccini e accelerare le somministrazioni con uno stretto monitoraggio".

Troppe fiale di vaccino – una su quattro secondo l’ultimo report del ministero della Salute – restano nei frezeer. In cima alla classifica dei nuovi contagi c’è la provincia di Frosinone, nel Lazio, che passa da 2,2% nuovi positivi della settimana tra il 10 e il 16 febbraio al 95,1% della settimana dopo. Al secondo posto la provincia di Fermo, nelle Marche, che addirittura passa da -53,7% a +83,8 ma anche in Toscana le cose non vanno affatto bene: nella provincia di Arezzo il trend registra da -7,5% nuovi casi positivi a 83,1%, in quella di Siena da 20,7% a 64,7%. In Emilia gna Bologna balza da 15,9% a 49,9%. "Questi dati - commenta Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Gimbe - confermano che, per evitare lockdown più estesi, bisogna introdurre tempestivamente restrizioni rigorose nelle aree dove si verificano impennate repentine".

Sul fronte ospedaliero, l’occupazione da parte di pazienti Covid supera in 4 Regioni la soglia del 40% in area medica e in 8 Regioni quella del 30% delle terapie intensive, che, a livello nazionale, dopo 5 settimane di calo fanno registrare un’inversione di tendenza.

Sul picco dei contagi pesano non solo le varianti ma anche la lentezza di messa a regime di una vera campagna di vaccinazione di massa. Ci sono difficoltà organizzative e una situazione molto diversa da regione a regione. "Non a caso – aggiunge Gili – è stato somministrato solo il 14% delle dosi di Astrazeneca, destinate a persone "fuori" da ospedali e Rsa come insegnanti e forze dell’ordine di età inferiore a 65 anni". E poi ci sono i vaccini che mancano: le dosi inizialmente previste per il primo trimestre 2022 sono dimezzate, da 28,3 a 15,7 milioni. Il premier Mario Draghi avrebbe detto che non ci sono "scuse" per le aziende farmaceutiche che dimezzano le forniture. Intanto i dati di ieri del ministero della Salute indicano che il numero dei nuovi casi di infezione da SarsCoV2 è balzato a 19.886 in sole 24 ore: il 21% in più rispetto ai 16.424 del giorno precedente.

Veronica Passeri