Giovedì 25 Aprile 2024

"Immaginate Genova rasa al suolo Non accogliete più i turisti russi"

Zelensky racconta la tragedia di Mariupol. Poi svela: mi ha chiamato il Papa, l’ho invitato a Kiev "Apprezziamo l’aiuto degli italiani ai nostri profughi, ma abbiamo bisogno di altre sanzioni"

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di Elena G. Polidori

Svela di aver sentito poco prima Papa Francesco, in un colloquio durato pochi minuti, ma il secondo nel giro di tre settimane, nel quale ha invocato di nuovo un ruolo di mediazione della Santa Sede. Ma soprattutto Volodymyr Zelensky, primo capo di Stato in un tempo di guerra a parlare davanti al Parlamento italiano in seduta congiunta, con il suo sguardo fisso e dolente ha fatto trasparire l’orrore della guerra e del massacro del suo popolo in tutta la sua tragica dimensione, in un discorso durato 12 minuti e accolto da una standing ovation dell’intero emiciclo.

"L’invasione russa sta distruggendo le famiglie, la guerra continua a devastare citta ucraine, alcune sono completamente distrutte come Mariupol, che aveva mezzo milione di abitanti – ha scandito – è come Genova, immaginate Genova completamente bruciata, dove gli spari non smettono neppure un minuto; immaginate da Genova la fuga di persone che scappano in pullman". "Il nostro popolo è diventato esercito – ha proseguito – quando ha visto il male che porta il nemico, quanta devastazione lascia, quanto spargimento di sangue".

A introdurre Zelensky è stato prima il presidente della Camera Roberto Fico, quindi è arrivato il saluto della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. "Una settimana fa – ha ripreso il suo discorso alla Camera – ho parlato ad un incontro a Firenze, ho chiesto a tutti gli italiani di portare il numero 79, che era il numero di bambini uccisi, ora sono 117. Con la pressione russa ci sono migliaia di feriti, centinaia di migliaia di vite distrutte, di case abbandonate, i morti nelle fosse comuni e nei parchi, gli ucraini sono stati vicini a voi durante la pandemia, noi abbiamo inviato medici e gli italiani ci hanno aiutati durante l’alluvione – ecco uno dei passaggi più forti del suo discorso – noi apprezziamo moltissimo, ma l’invasione dura da 27 giorni, quasi un mese: abbiamo bisogno di altre sanzioni, altre pressioni, l’Ucraina è il cancello per l’esercito russo e loro vogliono entrare in Europa, ma la barbarie non deve entrare". Funzionari e oligarchi russi "utilizzano l’Italia come luogo per le loro vacanze – ha denunciato Zelensky – non dovete accogliere queste persone. Dovete congelare immobili e conti, sequestrare gli yacht e congelare gli asset di chi in Russia ha potere di decisione. Dovete sostenere le sanzioni e l’embargo contro le navi russe nei vostri porti non dovete permettere assolutamente eccezioni alle sanzioni per nessuna banca russa".

Ma è stato soprattutto l’inizio del discorso di Zelensky ad aver destato sorpresa per la rivelazione del colloquio avuto con Papa Francesco durante il quale lo ha nuovamente invitato in Ucraina dopo avergli riferito "la difficile crisi umanitaria e il blocco dei corridori di soccorso da parte delle forze russe". "Il ruolo di mediazione della Santa Sede nel porre fine alla sofferenza umana sarebbe accolto con favore", ha scritto poi lo stesso presidente ucraino su Twitter riportando i contenuti del colloquio. "Ho ringraziato Sua Santità per le preghiere per la pace e per l’Ucraina. Lui ha detto parole molto importanti: “Capisco che desiderate la pace e dovete difendervi“. Io ho risposto che il nostro popolo è diventato l’esercito quando ha visto il male che porta il nemico, quanto spargimento di sangue e devastazione lascia dietro di sé". Zelensky ha nuovamente chiesto al Vaticano di mediare per la pace. Francesco gli ha assicurato la messa in campo di ogni sforzo possibile anche se, ripetono Oltretevere, perché questo sforzo possa essere fatto occorre il sì di ambo le parti e ancora questo assenso manca.

Il presidente ucraino ha inoltre riferito al Papa delle difficoltà che trovano i corridoi umanitari per coloro che vogliono lasciare il Paese per l’opposizione delle truppe russe. La linea vaticana è chiara: prima fermare quello che il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha definito uno "scempio", appunto il conflitto in corso, e poi "intavolare negoziati". Il negoziato per il Vaticano è la "via maestra" e anche se al momento una mediazione vaticana non c’è, su questo stanno insistendo Oltretevere: "Che ci sia un negoziato". Francesco è sempre in contatto anche con il mondo ortodosso con il quale condivide la volontà di fare di tutto per raggiungere la pace il prima possibile.