Il writer che sbeffeggia i potenti "Metto i due litiganti sul barcone"

Gionata Gesi, in arte Ozmo, e la sua opera di denuncia a Parigi: Meloni e Macron ritratti come migranti "Voglio creare immagini che colpiscano un nervo scoperto. Ma la faccia della premier è stata distrutta"

Migration

di Marianna Vazzana

"Domenica era tutto transennato. Attorno c’era la polizia. E a pochi metri dalla mia opera è passato Macron, diretto ai luoghi degli attentati jihadisti del novembre 2015. Chissà se ha girato la testa...". Se lo domanda Ozmo, all’anagrafe Gionata Gesi, street artist internazionale di 47 anni nato a Pontedera e formatosi all’Accademia di Belle arti di Firenze, famoso per i suoi attacchi d’arte in tutto il mondo e da due anni residente a Parigi. L’ultima opera si riflette nell’acqua del canale Saint-Martin: sul muro appaiono Emmanuel Macron e Giorgia Meloni che sembrano “migranti“ vestiti in modo impeccabile e sorridenti, con i giubbotti di salvataggio arancioni, mano nella mano con il mare sullo sfondo. Un disegno a colori digitalizzato e stampato, 170 X 170 centimetri, che richiama lo scontro politico in atto tra Italia e Francia sullo sbarco degli immigrati raccolti dalle navi delle Ong.

Come mai ha scelto il canale Saint-Martin?

"Perché è un corso d’acqua, un canale che è nato per mettere in comunicazione le persone e per consentire lo scambio di merci. Ricorda anche i Navigli di Milano (città in cui l’artista si è trasferito nel 2001. Dieci anni fa ha esposto le sue opere al Museo del 900 e un mese fa ha inaugurato la sua Dama con ermellino, ndr). C’è un cartello di divieto: “Vietato bagnarsi, pericolo di morte“. Volevo che la mia opera dialogasse con il contesto. Un clochard ha messo dei pezzi di pane davanti al disegno e ho visto posarsi dei colombi, tra cui uno bianco. Un segno di pace, forse presagio di distensione tra Italia e Francia?".

Come è nata l’idea?

"La parte principale della mia ricerca coinvolge l’utilizzo delle immagini nel senso più ampio e non solo pubblicitario-politico. Non importa se dipingo un quadro, realizzo un collage digitale o un’opera pubblica in strada o se giro un video: tutto è declinazioni di questa ricerca".

Un italiano a Parigi come sta vivendo la tensione tra Italia e Francia sul tema migranti?

"Gli italiani all’estero ne hanno passate tante, ricordo le battutine durante i governi Berlusconi. Supereranno anche questo".

Ci sono state reazioni sulla sua opera?

"La faccia della Meloni è stata distrutta. Macron è ancora smagliante".

Che valore ha la street art che parla nel dibattito politico?

"Contesto l’etichetta “street art“ perché troppo ampia. La definirei semplicemente arte. Credo che le opere di arte pubblica possano cambiare in meglio la vita delle persone e il contesto architettonico. L’arte non è univoca ma gioca sull’ambiguità. Le immagini più potenti sono proprio quelle ambigue. L’artista offre una visione, poi chi osserva può interpretarla secondo la propria sensibilità e i propri pregiudizi. Il mio obiettivo è creare una immagine che colpisca un nervo scoperto".

Banksy ha creato opere sulle macerie di edifici bombardati in Ucraina. Che pensa dell’arte che contrasta la guerra o che mostra la sua presenza anche in contesti come questo?

"Essendo il numero uno, Banksy può permettersi di non fare nulla per due anni e scatenare un putiferio con le opere in territorio di guerra. Ha dimostrato che la street art non è una moda ma entra a pieno titolo dentro la storia. Esiste un’eccellenza della street art che è arte contemporanea a tutti gli effetti. Non è creata per essere distrutta ma per restare. A me è capitato che nel 2006 una mia opera venisse coperta di vernice (al centro sociale Bulk, poi demolito, ndr). Venne restaurata da due professioniste: un precedente storico importante".