Il Covid cambia pelle, ma niente paura. Così ci proteggiamo dalle varianti

Funzionano vaccini e vigilanza costante. I medici: importante controllare che le mutazioni non sfuggano agli anticorpi

Vaccinazione anti Covid

Vaccinazione anti Covid

"Questo virus continua a mutare, ma le varianti non devono farci paura". Lo diceva esattamente un mese fa l’immunologo Andrea Cossarizza, docente all’Università di Modena e Reggio Emilia, e gli sviluppi sembrano dargli ragione. "Fare previsioni è difficile, ma non ci dobbiamo preoccupare – ha affermato Cossarizza – abbiamo vari elementi rassicuranti. Ad esempio uno studio recentissimo sul Covid evidenzia una risposta anticorpale aumentata di 150 volte con l’impiego di una seconda dose di vaccino mRna dopo una prima a vettore virale". Sono indicazioni positive sulla immunogenicità della vaccinazione combinata, ovvero la possibilità di fare richiami con prodotti diversi da quelli somministrati con la prima inoculazione.

Covid Italia oggi: il bollettino Coronavirus del 31 maggio con i contagi dalle regioni

Ma le varianti del virus sono sotto controllo?

"Sono oltre 4mila i microorganismi noti, sono milioni quelli che dobbiamo ancora scoprire, ma un virus non può variare all’infinito". Così Massimo Clementi, docente all’Università Vita-Salute, ospedale San Raffaele di Milano, e Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco. "Anche la variante indiana può essere controllata", ha aggiunto il numero uno dell’Aifa parlando del libro Virosfera (edizioni la Nave di Teseo), presentato l’altra sera a Porta a Porta, da Bruno Vespa. "Nostro compito, come virologi, è definire se la mutazione è correlata alla virulenza, e quindi alla capacità di dare una malattia più grave".

Effetti collaterali vaccino: da AstraZeneca a Pfizer. Ecco i più e i meno frequenti

La variante indiana è la più pericolosa?

In merito alla pericolosità della variante indiana, che tanto preoccupa le autorità del Regno Unito, gli specialisti sono prudenti: "Per definire pericolosa una variante bisogna aver accertato che c’è un aggravamento delle condizioni - precisa il professor Palù - e questo al momento possiamo escluderlo. Un’evoluzione naturale del virus che muta non deve sconvolgere, dobbiamo piuttosto controllare che queste varianti non sfuggano agli anticorpi che vengono indotti dalla vaccinazione". Oggi sappiamo che per effetto delle vaccinazioni stiamo uscendo dall’emergenza. La variante indiana è documentata in Italia in meno dell’1% dei casi mentre la variante inglese (B.1.1.7) del virus Sars-CoV-2 è scesa all’88,1%, in calo rispetto al 91,6% del 15 aprile, con valori oscillanti tra le singole regioni tra il 40% e il 100%. La brasiliana è al 7,3% mentre la nigeriana e la sudafricana ricorrono in percentuali variabili, intorno al 3 per cento. La stima viene dall’ultima indagine condotta dall’Istituto superiore di sanità e dal ministero insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler.

Che cosa sappiamo della variante vietnamita?

In Vietnam è stata rilevata una variante ibrida del coronavirus, formata da quelle indiana e inglese, che si diffonde più rapidamente nell’aria rispetto alle altre. Niente paura, il patogeno responsabile della sindrome da Covid-19 continua a cambiare pelle, ma noi abbiamo gli strumenti. "Le varianti ci saranno sempre. Più le cerchiamo, più le troveremo", ha affermato Matteo Bassetti, presidente della Società italiana terapia antinfettiva. La nuova mutazione del Vietnam, che appare come un mix tra quella indiana e quella britannica, "non è la prima né sarà l’ultima". Dobbiamo continuare con quello che stiamo facendo. "Abbiamo vaccini che funzionano bene anche con le varianti e dobbiamo vigilare - ha spiegato l’infettivologo del San Martino di Genova - si tratta di mutanti che arrivano dall’estero, è anche ora di finirla con il terrorismo delle varianti. Anche perché ogni volta che lo abbiamo fatto ci siamo sbagliati. E anche su questa nuova variante, quindi, eviterei di farlo".

Approfondisci:

Covid, terza dose vaccino: ecco cosa dicono medici, virologi e autorità

Covid, terza dose vaccino: ecco cosa dicono medici, virologi e autorità

Che cosa resta da fare ora?

Nel contesto italiano, la campagna di vaccinazione deve proseguire a ritmi sostenuti in modo da raggiungere coperture sufficienti che possano sbarrare la strada alla diffusione di varianti di importazione. "Nell’attuale scenario caratterizzato dalla circolazione di varianti della Sars-Cov2 è necessario continuare a monitorare con grande attenzione - affermano gli autori dell’indagine epidemiologica dell’ISS - in coerenza con le raccomandazioni nazionali e internazionali e con le indicazioni ministeriali. Al fine di contenere e attenuarne l’impatto è importante mantenere l’incidenza su valori che permettano il sistematico tracciamento della maggior parte dei casi".